Corleone, candidato sindaco M5S: “Dialogo con i parenti dei mafiosi”. Di Maio: “Va espulso”
Polverone sulla campagna elettorale per le comunali di Corleone. Il vicepremier e leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha annullato la visita organizzata nella cittadina siciliana per questo pomeriggio. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Di Maio, la decisione è stata presa in risposta alla bufera scatenatasi sul candidato sindaco pentastellato Maurizio Pascucci, reo di aver pubblicato sui social una foto con un nipote del boss Bernardo Provenzano e di essersi detto d'accordo ad aprire un dialogo con i parenti dei mafiosi. "Le sue frasi sono gravi", ha dichiarato Di Maio, spiegando per quale motivo ha deciso di annullare la visita ufficiale a Corleone.
"Ho aperto il cellulare e tra le news c'era la notizia del nostro candidato sindaco M5S che voleva aprire al dialogo con i parenti dei mafiosi. E questa dichiarazione fa il paio con la foto sua con il nipote del boss Provenzano, uno dei capi della mafia stragista degli anni 80-90. Sono sicuro che la foto e la dichiarazione sono state fatte in buona fede ma il concetto è pericolosissimo. I voti di quelli non li vogliamo e ci fanno schifo", ha spiegato Di Maio.
Pascucci era il candidato sindaco designato dal Movimento 5 Stelle e sostenuto dal parlamentare pentastellato del territorio Giuseppe Chiazzese, con il quale Pascucci aveva concordato la foto della discordia pubblicata sui social. Pascucci era inoltre collaboratore parlamentare dell'onorevole Mario Michele Giarrusso, ma a causa delle sue parole ha perso il lavoro: "Al momento non esistono le condizioni per proseguire la collaborazione", ha dichiarato Giarrusso all'agenzia AdnKronos.
Nella mattinata, il presidente della Commissione Antimafia della Regione Sicilia, Claudio Fava, ha attaccato Pascucci: "Certamente non è un reato farsi una foto con un parente di uno dei più spietati boss mafiosi che la storia ricordi, ma pubblicare quella foto sui social è una scelta inopportuna, soprattutto per chi si candida come sindaco di un paese che ha subito lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Siamo sicuri che il vicepresidente Di Maio, oggi in visita elettorale a Corleone, lo spiegherà adeguatamente al candidato del M5S".
"Dopo ‘la mafia ha una sua morale' urlato da Beppe Grillo a Palermo, un altro brutto segnale del M5S in Sicilia. A Corleone, il Movimento 5 stelle candida a sindaco chi vuole il dialogo con i parenti dei mafiosi e orgogliosamente pubblica sui suoi social foto che lo ritraggono in compagnia di Salvatore Provenzano. Chi si occupa di mafia sa quanto siano gravi questi segnali. Non si era mai arrivati a tanto da queste parti pur di accaparrarsi voti. Ebbene, ci sono arrivati quelli di "onestà onestà'", ha attaccato il dem Matteo Richetti.
Anche il senatore Franco Mirabelli, a sua volta componente della commissione Antimafia, non ha avuto parole tenere per Pascucci: "L'intenzione di aprire, proprio durante la campagna elettorale, un ‘dialogo' con i parenti dei mafiosi, come lo definisce il candidato sindaco a Corleone per il M5s Maurizio Pascucci, è nella migliore delle ipotesi sbagliata. Anche ammettendo la buona fede del pentastellato, infatti, non è facendosi scattare una foto al bancone di un bar col nipote del boss che si redimono i famigliari dei mafiosi. Il messaggio che arriverà è che i voti di chi convive con la criminalità organizzata senza combatterla sono i benvenuti. Forse è questo ciò che si voleva ottenere? E' un atto opportunista e pericoloso per la legalità, un abbassamento della guardia che, ripeto, anche nella migliore delle ipotesi non prelude a niente di buono".
La replica di Pascucci
"Il messaggio è stato interpretato male. Con la foto volevamo trasmettere il messaggio che i parenti dei mafiosi che prendono le distanze dai proprio congiunti non possono essere esclusi dalla comunità", ha spiegato Pascucci. Durante il comizio elettorale, che ha tenuto nonostante il forfait di Di Maio, il candidato sindaco ha dichiarato: "Noi siamo gente per bene. Ogni mattina ci alziamo alle cinque per venire ad aprire il bar. Non ho proprio niente da dire a Di Maio, ognuno è libero di fare ciò che vuole. E se non vuole i nostri voti, pazienza. Ne faremo a meno. Quella foto mica l'abbiamo voluta fare noi l'ha voluta fare lui con quelli del suo staff".
La reazione di Di Maio
"Sulla mafia non è concesso neppure peccare d'ingenuità da parte di chi si candida a ricoprire cariche pubbliche. Ci aspettavamo scuse, non arroganza. Questo non è un comportamento da Movimento 5 Stelle e come tale deve essere sanzionato immediatamente", ha tuonato Di Maio dopo aver sentito le parole di Pascucci e Chiazzese, chiedendo inoltre ai probiviri di comminare "il massimo della sanzione cioè l'espulsione dal Movimento 5 Stelle".