Il candidato di FdI Carlo Nordio smonta il blocco navale di Meloni: “Non è praticabile”
Il blocco navale è impraticabile. Questa volta, però, non lo dicono gli avversari politici della destra, né qualche esperto accusato di essere di parte. Bensì un ex magistrato candidato con Fratelli d'Italia alle elezioni del 25 settembre. Parliamo di Carlo Nordio – che Giorgia Meloni aveva già proposto come Presidente della Repubblica qualche mese fa – che, intervenendo alla trasmissione ‘La corsa al voto' su La7, ha sostanzialmente confermato quello che già da tempo dicono diversi esperti: il blocco navale non è attuabile, nonostante per la leader di Fratelli d'Italia sia uno slogan – o meglio lo slogan principale – sul tema immigrazione.
"Il blocco navale è un'espressione politica, durante le elezioni si usano queste affermazioni impattanti – ha ammesso Nordio, candidato con Fratelli d'Italia in Veneto alla Camera – Il blocco navale inteso come cintura di navi da guerra nel Mediterraneo è impraticabile". Poi ha difeso la sua leader: "Ma non è questo che intende Meloni". E ha fatto un ampio passo indietro: "Sull'immigrazione irregolare noi abbiamo ancora la legge Turco-Napolitano poi modificata dalla Bossi-Fini, ed è stata promulgata più di vent'anni fa con ministro dell'Interno Napolitano e l'onorevole Turco che era alle Pari opportunità". I principi erano: "In Italia entri solo con un permesso, se entri senza permesso e sei sorpreso vieni espulso, se dopo l'espulsione non te ne vai finisci in prigione. Questa legge io l'ho applicata per anni, quindi la conosco".
"Blocco o non blocco navale – ha ricapitolato Nordio – la soluzione è mettersi d'accordo con gli Stati rivieraschi, perché è lì che avviene la selezione di quelli che partono". E ha aggiunto: "Parlo a favore di un altro schieramento. Quando c'era Minniti questa cosa è stata fatta bene". Poi ha concluso con delle frasi un po' inquietanti: "Naturalmente devi agire con attenzione, non sempre alla luce del sole" perché "la politica è fatta anche di compromessi occulti". E infine: "Non si guarda all'etica ma al bene collettivo".