Il campo largo è già naufragato, il M5s si tira fuori alle Regionali in Umbria e Emilia-Romagna
"Non sono disponibile ad affiancare il simbolo del M5s a quello di Renzi, che si è sempre distinto per distruggere e rottamare". Il campo largo "non esiste più, lo certifichiamo stasera". Con queste parole, Giuseppe Conte ha segnato di fatto la rottura definitiva del progetto di ‘campo largo', e non solo per quanto riguarda le elezioni regionali in Emilia-Romagna e in Umbria. Dopo le fortissime tensioni in Liguria, che hanno portato al ritiro di Italia viva e +Europa, l'ex premier ha deciso per una frattura netta. Anche nelle altre due regionali d'autunno il M5s non correrà in alcun caso insieme a Italia viva.
Le parole sono arrivate del leader M5sa Cinque minuti, programma di Rai 1 condotto da Bruno Vespa che andrà in onda questa sera. È possibile, così, che si verifichi un'altra situazione come quella del Piemonte e di altre Regioni, in cui il Movimento aveva portato un proprio candidato. Oppure, potrebbero essere Italia viva e altre liste vicine a fare un passo indietro ed eventualmente scegliere un altro nome da sostenere.
La replica di Matteo Renzi è arrivata a stretto giro, chiarendo che in Emilia-Romagna non ci saranno passi indietro, ma non parlando dell'Umbria: "Italia Viva è già in maggioranza in Emilia Romagna a sostegno di Bonaccini prima e di Irene Priolo dopo. Abbiamo un assessore e un gruppo di tre consiglieri che hanno lealmente sostenuto il centrosinistra dagli attacchi delle opposizioni di destra e del Movimento cinque stelle. Alle prossime elezioni regionali ci presenteremo a fianco di De Pascale con i nostri candidati e con il nostro simbolo, come già concordato. Se Conte vuole fare una battaglia contro Schlein, la faccia pure".
Conte, come detto, ha chiarito che la divisione va ben oltre le elezioni in Umbria ed Emilia-Romagna, e riguarda anche le alleanze future: "Campo largo è una formula giornalistica. Noi vogliamo una alternativa di governo seria: vogliamo costruire un progetto alternativo alla Meloni e a questo governo che sta affamando gli italiani, famiglie e imprese. Però per farlo non possiamo affidarci ad un pastrocchio. Il tema è questo: abbiamo un modo di far politica e obiettivi incompatibili con quello che Renzi rappresenta, è una bomba esplosiva a orologeria".
"Come facciamo a presentarci con Renzi per quello che rappresenta, lobbismo, viene pagato da Stati stranieri, che è vietato da un codice di etica pubblica. Come si fa a fare una campagna elettorale e dire noi governeremo il Paese per i prossimi 5 anni?". E Conte ha respinto anche l'idea che si tratti di problemi personali: "È un problema politico forte, non di veti personali, per rendere credibile il progetto di alternativa".
L'apertura è rimasta nei confronti di Alleanza Verdi-Sinistra: "Fa piacere se ci sono forze politiche come Avs, che possono condividere le nostre visioni, le nostre battaglie su specifici temi e rafforzare la nostra azione politica e cercare di conquistare dei passaggi importanti". Mentre anche sul Pd sono arrivate parole dure: "Nel momento in cui il Movimento 5 stelle dice ‘qui si è aperta una ferita', non c'è la consapevolezza da parte del Pd che noi stiamo ponendo un problema politico serio, stiamo parlando di etica pubblica, non di simpatie e antipatie".
Ospite a Porta a porta insieme a Conte, a replicare è stato Marco Furfaro, deputato del Pd: "Ogni volta che l'opposizione si spacca, festeggia il governo. Quando Conte dice che non vota con il Pd, io mi rattristo, penso che Giorgia Meloni sia felice. Non si può decidere in un salotto di Porta a porta se fare un'alleanza o no. Lo decidono gli elettori". Ha risposto anche il capogruppo dem al Senato, Francesco Boccia: "Il campo largo non è mai esistito, esiste il centrosinistra ed esiste il Partito democratico, che avendo ottenuto il 24% nelle ultime elezioni europee sente sulle spalle la responsabilità di guidare un processo politico alternativo alla destra".