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Elezioni politiche 2022

Il campo largo con Pd e Movimento 5 Stelle non esiste più, Conte: “Dem arroganti”

Nel campo largo si litiga come non mai. Il Partito Democratico chiude al Movimento 5 Stelle dopo la fine del governo Draghi e Conte attacca: “Arroganti”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il matrimonio tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle – se mai è stato davvero celebrato – è finito malissimo. I dem sono partiti all'attacco dopo la fine del governo Draghi – che dal Nazareno hanno difeso fino all'ultimo – contro gli amici grillini, colpevoli di aver voltato le spalle all'esecutivo di unità nazionale. E ora è il momento, evidentemente per tutti, di mettere in chiaro le cose. La linea l'ha dettata Enrico Letta ieri parlando in segreteria. Il leader dem ha accusato chi non ha votato la fiducia al governo ma senza chiudere del tutto al Movimento: "I compagni di viaggio li decideremo insieme", ha detto ai suoi. E i suoi stanno rispondendo forte e chiaro: "Chi è stato protagonista della caduta del governo Draghi non può essere interlocutore del Pd, punto", ha commentato il ministro della Difesa Guerini da Lodi. "È chiaro che quello che è avvenuto definisce delle distanze", ha sottolineato il ministro del Lavoro Orlando da Roma.

La fine del governo Draghi lascerà inevitabili strascichi nel famoso campo largo che sognava Letta per battere la destra. In queste ore proprio il centrodestra si sta ricompattando, con Berlusconi che ha visto Meloni e insieme hanno lanciato l'invito a Salvini: vertice settimana prossima. Nel centrosinistra, invece, il cantiere è aperto come non mai. Dopo un giorno di silenzio è intervenuto anche Giuseppe Conte: "Ormai la macchina delle primarie siciliane è partita e domani il Movimento vi prenderà parte – si legge nella nota diffusa dal leader del Movimento 5 Stelle – In queste ore, però, leggo diverse dichiarazioni arroganti da parte del Pd. Non accettiamo la politica dei due forni. Quel che vale a Roma vale a Palermo".

Di problemi con le alleanze, però, il Pd sembra averne anche altri. Dal Nazareno fanno sapere che anche con Matteo Renzi la strada non sarà comune: più contro che pro nell'alleanza con il grande ex. Carlo Calenda si è mosso per tempo, ha varato la federazione con +Europa ed è pronto a correre da solo. Stesso discorso vale per Sinistra Italiana ed Europa Verde, che proprio con Calenda litigano a distanza. Infine c'è anche Roberto Speranza con il suo Articolo uno, che da tempo si dice possa confluire nuovamente nello stesso Pd. E proprio dal ministro della Salute arriva una timida apertura: "Il Movimento 5 Stelle ha commesso un errore grave in Senato, ma l'avversario resta la destra". Un avversario che sembra davvero invincibile, con queste premesse.

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