Il governo Meloni approva la norma Fuortes, il cambio al vertice della Rai si avvicina
Questa sera il Consiglio dei ministri si è riunito e ha discusso diverse misure. Tra queste non è arrivata la nomina del nuovo comandante della Guardia di Finanza – un contenzioso che sta dividendo la Lega, che vorrebbe il generale Umberto Sirico, e Fratelli d'Italia che sostiene il generale Andrea De Gennaro. La discussione sarebbe tra i motivi che ha causato il ritardo di due ore e mezza nell'inizio del Cdm. È stata approvata, invece, la norma che permetterà di sostituire Carlo Fuortes, attuale amministratore delegato della Rai.
Formalmente, la norma è una modifica del limite di età oltre il quale scatta il pensionamento per i direttori delle fondazioni lirico-sinfoniche. La soglia è stata fissata a 70 anni: non a caso è l'età di Stéphane Lissner, attuale sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli che ricopre il ruolo dal 2019. La posizione di Lissner, infatti, secondo quanto emerso da indiscrezioni dovrebbe andare proprio a Fuortes. Lissner ha già annunciato che farà ricorso.
La norma entrerà in vigore nel giro di qualche giorno, poi il Teatro potrebbe proporre il nome di Fuortes al ministero della Cultura. Una volta chiamato dal governo al guidare il San Carlo, l'attuale ad sarebbe rimosso dalla televisione pubblica con una carica di prestigio, e il governo avrebbe campo libero per mettere mano ai vertici Rai. Il tutto potrebbe avvenire anche in tempi piuttosto rapidi, portando all'addio di Fuortes già la prossima settimana.
Il nuovo amministratore delegato, evidentemente, dovrà essere più vicino alla linea del governo Meloni. I candidati attualmente sembrano essere Roberto Sergio, direttore di Radio Rai, e Giampaolo Rossi, ex membro del Cda dell'azienda.
Pd e M5s: "Colpo di mano del governo, pensa solo alle poltrone"
La decisione del governo ha scatenato la reazione del Pd, con il suo capogruppo nella commissione di Vigilanza Rai Stefano Graziano e il suo responsabile Informazione Sandro Ruotolo che hanno pubblicato una nota: "Con la norma ad personam approvata dal Consiglio dei ministri, il governo Meloni ha toccato il fondo. È essenziale, e ne va della sua sopravvivenza, che il servizio pubblico garantisca i diversi punti di vista, culturali e politici".
Gli esponenti del Pd hanno continuato: "Ci opporremo all'occupazione della Rai e al giro di nomine che si preannunciano con organigrammi già confezionati dalla maggioranza parlamentare. La Rai è un'azienda pubblica patrimonio di tutti gli italiani, ha un Cda in carica e pienamente operativo. Quello della destra è il tentativo di un colpo di mano sulla libertà e l'autonomia della più grande azienda culturale del Paese".
Anche il M5s ha risposto con una nota: "Oggi il governo Meloni si è assunto una responsabilità grave", si legge, perché la norma "mette nero su bianco l'arroganza di un esecutivo che non si fa problemi a piegare le istituzioni e le leggi alle proprie logiche di partito. Tanto la Rai quanto il San Carlo di Napoli non meritano di essere al centro della partita a figurine che la maggioranza sta mettendo in scena". Serve "una vera riforma del servizio pubblico capace di impedire in futuro lo spettacolo deprimente di una politica capace solo di occuparsi e occupare poltrone senza uno straccio di visione, di progettualità e di programmazione".
Le altre decisioni del Cdm: stato d'emergenza in Emilia-Romagna, commissariate Inps e Inail
La riunione del governo ha deciso anche lo stato di emergenza per l'Emilia Romagna, a seguito del maltempo degli ultimi giorni. Sono stati stanziati 10 milioni di euro per assistere la popolare e ripristinare i servizi e le infrastrutture. La decisione è arrivata su proposta del ministro della Protezione civile e del mare Nello Musumeci. Lo stato d'emergenza durerà un anno, così come quello dichiarato sempre oggi per la Calabria, in seguito al maltempo avvenuto tra novembre e dicembre 2022.
Inoltre, nell'incontro il governo ha stabilito che il ruolo di commissario per la siccità andrà a Nicola Dell'Acqua. Dell'Acqua è stato in passato a capo di Veneto Agricoltura e direttore dell'Arpav. Ancora, è stato deciso il ‘commissariamento' di Inps e Inail: per gli enti previdenziali pubblici è stata cancellata la figura del vicepresidente, oltre ad altre modifiche del funzionamento interno. Per questo, per dare il tempo agli istituti di adattarsi, sarà nominato nei prossimi dieci giorni un commissario straordinario. Decadranno quindi presidenti, vicepresidenti e consiglieri d'amministrazione.