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Opinioni

Il 2 giugno 1946 e le parole per raccontare la nostra Repubblica

Il 2 giugno 1946 gli italiani sceglievano la Repubblica: 65 anni dopo celebriamo l’orgoglio e la dignità di un popolo e di una nazione.
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L'impegno che oggi ci si pone è quello di difendere questa Repubblica perché è stata conquistata con la lotta e con il sacrificio dei tanti militari e partigiani, che per essa si sono immolati.
(Sandro Pertini)

Due giugno quarantasei: il popolo italiano
vota per la repubblica non vuole più un sovrano.
Vota il popolo intero finalmente anche le donne:
l’Italia repubblicana è nata con le gonne.
Democrazia vuol dire che il popolo decide
che pensa, sceglie, elegge chi sono le sue guide.
L’Italia da oggi unita alza la sua bandiera
col bianco rosso e verde ride alla primavera.
lunga ma bella..

(Anonimo)

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.  (Art. 1 della Costituzione italiana)

Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione. (Piero Calamandrei)

Veniamo da molto lontano e andiamo molto lontano! Senza dubbio! Il nostro obiettivo è la creazione nel nostro Paese di una società di liberi e di eguali, nella quale non ci sia sfruttamento da parte di uomini su altri uomini. (Palmiro Togliatti)

L'impedimento che urge rimuovere è la persona del re, Vittorio Emanuele III, che ha aperto le porte al fascismo, lo ha favorito, sostenuto, servito per oltre vent'anni, lo ha seguito in tutte le sue azioni e persecuzioni più contrarie alla moralità… Pretendere che l'Italia conservi il presente re, è come pretendere che un redivivo resti abbracciato con un cadavere. (Benedetto Croce)

Non più una cultura che consoli nelle sofferenze, ma una cultura che protegga dalle sofferenze, che le combatta e le elimini. (Elio Vittorini)

Ho smesso di credere all'utilità di una Storia scritta al di fuori di tutti i circuiti della politica e della cultura tradizionali. Anzi, ad essere sincero sino in fondo, ho smesso dicredereall'Italia. Rimarremo quello che siamo: un conglomerato impegnato a discutere, con grandi parole, di grandi riforme a copertura di piccoli giochi di potere e d'interesse. (Indro Montanelli)

Il 2 giugno 1946 era un’occasione storica, non solo per l’importanza delle questioni in gioco, ma anche per il fatto che le donne poterono votare per la prima volta nella storia italiana. (Paul Ginsborg)

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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