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Ignazio La Russa dice che non butterà mai via i busti di Mussolini che tiene in casa

“Sono sempre stato dipinto come quello che ha i busti del Duce. È vero, ce l’ho. Me l’ha lasciato mio padre e non capisco perché dovrei buttarlo”: lo ha detto Ignazio La Russa, presidente del Senato.
A cura di Annalisa Girardi
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Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, dice che non butterà mai via i busti di Mussolini che tiene in casa sua. "Sono sempre stato dipinto come quello che ha i busti del Duce. È vero, ce l'ho. Me l'ha lasciato mio padre e non capisco perché dovrei buttarlo", ha detto intervenendo al convegno in ricordo di Pinuccio Tatarella organizzato a Palazzo Madama, a cui ha partecipato anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. "Non lo butterò mai. Come non butterei neanche quello di Mao Tse-tung, se me lo avesse lasciato", ha continuato La Russa.

Alla sua elezione come presidente del Senato, sui social era tornato a circolare un video di qualche anno fa, in cui La Russa accoglieva un giornalista in casa propria, mostrando diversi cimeli fascisti tra i soprammobili.

"Spesso mi chiedo se davvero siamo come ci dipingono? Se per Tatarella, padre della destra di governo, ero tra i più vicini… siccome so come lui era refrattario alla nostalgia, se mi teneva in conto vuol dire che sbagliano quelli che danno un'interpretazione diversa su di me", ha proseguito il presidente del Senato.

Alle parole di La Russa non sono mancate le polemiche. "Perché ha collaborato allo sterminio degli ebrei, perché ha fatto uccidere gli oppositori e bastonare lavoratori. E tu non sei cinese. Sei italiano. Patria del delinquente. E Presidente del Senato. E se non capisci perché devi buttare il busto di Mussolini non meriti di esserlo", ha scritto su Twitter il leader di Azione, Carlo Calenda, rispondendo alla domanda retorica del co-fondatore di Fratelli d'Italia, che si chiedeva appunto perché mai dovesse gettare il busto di Benito Mussolini, ricevuto in regalo dal padre.

Dopo la sua elezione a Palazzo Madama, La Russa era già finito al centro delle polemiche per aver giustificato la presenza di una fotografia di Mussolini in una mostra al ministero dello Sviluppo economico: "Cosa facciamo, cancel culture anche noi?", si era difeso il presidente del Senato, rispondendo alle accuse. In campagna elettorale, invece, era stato molto criticato per aver detto che "siamo tutti eredi del Duce".

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