Il parlamento come bidet. Vien anche da scriverlo minuscolo, sperando in fondo di non parlare del parlamento come è stato inteso dai padri costituenti, da coloro che davvero hanno immaginato un luogo che raccogliesse la migliore rappresentanza possibile di quelli che stavano fuori, dal parlamento. È una doppietta di eventi che ti aspetteresti di leggere nelle colonnine di lato dei siti di informazione, quelle con le ultime foto della vacanza scapezzolata di qualche influencer o dell'ennesimo cafona a andata in diretta tivvù e invece le immagini della rissa di ieri alla Camera sono all'ordine del giorno, come si dice secondo l'eleganza burocratizzata dei verbali del Parlamento.
Leghisti che decidono di usare la Camera come se fosse un'Arena, accerchiano il presidente della Camera Fico, urlano come tifosi con esubero di ormoni, distruggono una sedia e poi decidono di aggrovigliarsi in una rissa da strada. La scena, rappresentata di fronte alle scolaresche in gita al parlamento ha fatto il giro dei giornali. Mi viene da pensare agli insegnati e a quegli alcuni che si sono dovuti ripulire dagli sputazzi rissosi dei presunti onorevoli: "Maestro, perché si sono picchiati?", l'avrà chiesto sicuramente qualche alunno incapace di trattenere la curiosità, e mi immagino l'insegnante concentrato a dovere spiegare, di colpo, tutte le brutture del contemporaneo e le miserie di una classe che dovrebbe essere dirigente. Per pietà, che trauma per gli alunni, pietà.
Ma non stupisce, no, che i leghisti cerchino il minuto di gloria serrando i pugni: è la loro nuova cultura, che si finge nuova ma che in realtà è vecchissima e purtroppo perfettamente conosciuta, quella che li vede emergere dall'anonimato solo se riescono a alzare talmente i toni (anni, sarebbe meglio dire abbassarli) perché non hanno argomenti. Meno idee hai e più hai bisogno di gridare: regolina semplice semplice che ormai conoscono tutti.
Stupisce poi che quelli che si rendono protagonisti di tutto questo siano gli stessi che si offendono se li chiami per quello che sono: squadristi. Squadristi che vigliaccamente funzionano in gruppo protetti dalla violenza collettiva, felici di buttare tutto in rissa per non doversi confrontare sui temi. Rissosi squadristi che interpretano le istituzione semplicemente come luoghi (da frequentare dietro a lauto compenso) dove potersi ritagliare qualche secondo di pubblicità. Squadristi per il nanismo intellettuale con cui riescono pdf approcciarsi alla realtà: solo in branco, solo urlando.
E oggi il leghista Di Mauro, in quella stessa Camera, decide di deliziarci con una proposta di matrimonio. Per loro non è il Parlamento, per loro è solo un bidet.