Idonei al concorso di Polizia e mai assunti: lo stallo potrebbe sbloccarsi con un emendamento del Pd
Una storia assurda, la cui soluzione potrebbe essere vicina grazie a un emendamento alla manovra economica, presentato dal Pd. Nel 2017 alcuni aspiranti poliziotti vincono un concorso per entrare a fare parte del corpo di polizia. Ci sarebbe motivo di festeggiare, eppure ciò che gli spetta diritto, ovvero il posto in Polizia che si sono guadagnati con studio e sacrifici, si allontana improvvisamente, per via di un cambio di normativa. Il limite di età previsto nel bando a cui partecipano i ragazzi è di 30 anni, ma a gennaio di quest'anno il governo Conte I introduce una norma nel decreto Semplificazioni che riduce il limite di età per i concorsi di polizia a 26 anni.
Quando a maggio partono le procedure di assunzione ai 455 vincitori del concorso che hanno più di 26 anni vengono applicate le norme introdotte dalla nuova normativa, e così vengono automaticamente esclusi, nonostante avessero già passato la selezione pubblica.
Un emendamento firmato dai dem Parrini, Pinotti, Vattuone ora chiede al governo di risolvere l'assurda situazione e il "mostro" giuridico che ha penalizzato i giovani aspiranti poliziotti potrebbe essere "sconfitto". Si chiede la riammissione degli idonei del concorso pubblico in questione, che prevedeva l'assunzione di 893 allievi agenti della Polizia di Stato nel maggio 2017.
Il segretario generale Silp Cgil Daniele Tissone, che insieme ai ragazzi esclusi e alle loro famiglie ha combattuto la loro battaglia, ha espresso la sua soddisfazione per l'iniziativa del Partito Democratico: “Noi crediamo che questi ragazzi possano e debbano essere assunti. È una battaglia giusta, hanno superato tutte le prove ed è stata cambiata una legge dando valore retroattivo al provvedimento. L’emendamento è un fatto positivo perché proviene da un partito di maggioranza. Nella legge di bilancio o nel decreto milleproroghe occorre trovare la soluzione”, ha detto.
Tra i vincitori che hanno subito l'ingiustizia c'è anche Emanuela Loi, nipote dell'omonima agente di polizia che faceva parte della scorta del giudice Salvatore Borsellino e che rimase uccisa con lui durante l'attentato di via D'Amelio nel 1992.