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I video delle Parlamentarie: se non hai una steadycam sei fuori!

Sono giorni di Parlamentarie per i candidati a 5 stelle. Il web è saturo di ironia sui video degli aspiranti, per lo più semplici e poco elaborati. Quanto pesa l’incapacità a guardare oltre la sola apparenza?
A cura di Andrea Parrella
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L'ironia sul web impazza, da un paio di giorni i candidati alle Parlamentarie del movimento 5 stelle sono diventati vittime dell'ironia generale di internet. Non solo, si sono resi anche protagonisti dell'esilarante copertina di Maurizio Crozza a Ballarò: un asettico difensore dei pinoli nel pesto ligure, un esperto di scioglimento dei ghiacciai che vuole risolvere il problema con una colla biodegradabile al baccalà, un patito di software con tanto di ventriloquo. Ora diciamolo, tutto quel che Crozza fa è religione, specie negli ultimi tempi. Però va tenuto conto di una questione fondamentale, che forse rischia di oscurare la reale sostanza di questo esperimento, con tutti i problemi e le contraddizioni che si porta in seno.

Beppe Grillo lo ha ammesso, ci potrebbero essere degli errori in queste "consultazioni" nazionali, nel primo esperimento di voto sul web, nei tempi ristretti per le votazioni, nella restrizione al voto a chi si fosse iscritto prima di una certa data. Tutto ciò che riguarda l'emisfero del Movimento non può che condizionare una presa di posizione, a favore o contro. E siccome è contro il nostro abituale modo di fare (elemento vizioso o virtuoso che sia) veste di un determinato colore tutto ciò che lo riguardi. E' così che qualunque manifestazione del Movimento può giustamente essere messa in discussione, siccome l'occhio del ciclone aiuta, ma non risparmia neanche dalle conseguenze negative.

E' evidente che il nostro modo di rapportarci alla comunicazione politica sia inesorabilmente viziato dall'assoggettamento ai lustrini e alle paillettes. E' una cosa alla quale, in quantità e salsa diversa, siamo avvezzi tutti, cioè valutare l'apparenza col medesimo peso dei contenuti. Questo non vuole essere un trattato d'estetica moderna. L'intenzione originale è quella di correggere il tiro su un atteggiamento di avversità prioritaria verso i probabili candidati alle Parlamentarie, solo perché nel fare il proprio spot non avrebbero utilizzato una telecamera professionale, perché mancano di uno spin doctor, ghost writer o chissà chi possa studiare una tattica politica. E' evidentemente insita nella filosofia del moVimento, pare assurdo che non si sia ancora compreso, la volontà di destrutturare i canoni comunicativi e i criteri di valutazione sui quali è imperniata la politica, dove bella presenza e fare da leader vengono calcolati sulla base di un coefficiente di difficoltà molto più ampio di altri fattori.

E' un aspetto che può piacere o meno, questo di fatto saranno le elezioni stesse a decretarlo, ma tentare di screditare questi 1400 candidati (i cui video sono stati raccolti in maniera certosina da Fabio Chiusi sul suo blog) solo perché siano sprovvisti di una steadycam, o perchè gli aspiranti parlamentari non abbiano il Physique du role opportuno per uno scranno a Montecitorio sarebbe un gesto misero e, senza che che lo si percepisca, dagli effetti molto più pesanti di quanto possa sembrare.

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