I vescovi della Ue: “A 30 anni da Berlino abbiamo imparato che costruire muri non è la soluzione”
I vescovi della Commissione degli episcopati dell'Unione europea (Comece) hanno pubblicato una dichiarazione per il 30esimo anniversario del crollo muro di Berlino, che si celebrerà il prossimo 9 novembre in cui sottolineano che non tutte le aspettative che sono nate con la caduta della Cortina di Ferro sono state effettivamente soddisfatte. "È innegabile che le ideologie, un tempo alla base della costruzione del muro, non sono del tutto scomparse in Europa e sono ancora oggi presenti, seppur in forme diverse".
La nota della Comece continua: "La caduta del muro di Berlino non è solo un evento del passato da celebrare, ma contiene anche una dimensione profetica. Ci ha insegnato che costruire muri tra i popoli non è mai la soluzione, ed è un appello a lavorare per un'Europa migliore e più integrata". Parlando di un rinnovato impegno verso "i valori su cui si fonda l'Europa, cioè giustizia, libertà e pace", i vescovi lanciano un appello, in cui chiamano "tutti gli europei a lavorare insieme per un'Europa libera e unita, tramite un processo di dialogo che trascenda mentalità e culture, rispettando le nostre diverse esperienze storiche e condividendo le nostre speranze e aspettative per un futuro comune di pace. Per riuscirci, dobbiamo ricordare che una cultura dell'incontro presuppone una sincera capacità di ascoltare".
La caduta del muro
Nella dichiarazione, la caduta del muro di Berlino del 9 novembre 1989 viene definita uno degli eventi più importanti della storia europea degli ultimi decenni. "Dopo essere stati separati da un muro di cemento per più di ventotto anni, gli abitanti di Berlino – parenti, amici e vicini di casa – che vivevano nella stessa città, poterono incontrarsi, festeggiare ed esprimere la loro gioia e le loro speranze. Da questo momento in poi il mondo è cambiato".
Il muro era quindi " simbolo della divisione ideologica dell'Europa e del mondo intero". I vescovi quindi proseguono: "I cambiamenti avvenuti in Ungheria all'inizio del 1989, il crollo della cortina di ferro ad aprile, e le prime libere elezioni in Polonia a giugno, culminarono con la caduta del muro di Berlino, un evento che aprì la strada per riottenere la libertà, dopo più di 40 anni di regimi oppressivi nei Paesi dell'Europa centrale e orientale".
Uno sguardo al futuro
Per la Commissione, dunque gli sforzi compiuti "devono il loro successo all'impegno di un grande numero di europei, che avevano costantemente e pacificamente espresso il loro profondo desiderio di un cambiamento politico". Ciò nonostante, concludono, bisogna riconoscere "che il processo di guarigione e riconciliazione è delicato e difficile. Ancora oggi, per alcune delle vittime dei regimi oppressivi del passato, questo processo è tutt'altro che concluso; la loro determinazione, il loro impegno e la loro sofferenza sono stati decisivi per la libertà di cui l'Europa gode oggi" .