I terremotati del Centro Italia contro Meloni: “Governo non cambi commissario per la ricostruzione”
Giù le mani da Giovanni Legnini, Commissario Straordinario alla Ricostruzione delle aree colpite dai terremoti del Centro Italia 2016-2017. Il nuovo appello arriva da trentaquattro comitati di terremotati e associazioni ancora attive sui territori di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo: da giorni, infatti, è trapelata l'ipotesi che il governo Meloni voglia cambiare radicalmente la struttura commissariale affidandola a Guido Castelli, senatore eletto in quota Fratelli d'Italia ed ex sindaco di Ascoli Piceno.
Si tratterebbe di vero e proprio stravolgimento guardato dai terremotati con molta diffidenza. Legnini e i suoi collaboratori, nominati dal governo Conte 2 nel 2020, hanno infatti impresso un'oggettiva svolta nella ricostruzione, che per i precedenti quattro anni era rimasta ferma al palo nonostante l'avvicendamento di tre commissari come Vasco Errani, Paola De Micheli e Piero Farabollini.
Per questa ragione, nel timore di vanificare gli importanti passi avanti fatti, i terremotati hanno inviato una lettera a Giorgia Meloni. Ma non è che l'inizio: se non verranno ascoltati hanno annunciato proteste e sit-in sotto Palazzo Chigi, e si vocifera anche di una richiesta di incontro con il Capo dello Stato Sergio Mattarella.
Recita la missiva:
In questi giorni abbiamo letto sulla stampa articoli e dichiarazioni in merito alla permanenza dell’ avvocato Giovanni Legnini nell’incarico di Commissario Straordinario alla Ricostruzione delle zone terremotate nel 2016.
Questo Coordinamento dei Comitati del cratere terremotato, che ha come scopo quello di occuparsi esclusivamente della pratica ricostruzione post terremoto, è seriamente preoccupato per eventuali sostituzioni nell’incarico suddetto o addirittura per la soppressione della struttura commissariale.
Le difficoltà in merito all’applicazione della legge per il finanziamento della ricostruzione, passando attraverso governi politicamente diversi, non sono certamente finite. Siamo arrivati al sesto anno dal terremoto del 2016 e al tredicesimo dal sisma del 2009. Dopo quattro anni di paralisi normativa finalmente l’avvento dell’attuale commissario ha messo in moto la ricostruzione del Centro Italia con una serie di semplificazioni normative e attuative e una attenzione particolare ai problemi locali, risolti solo tramite il confronto diretto.
Secondo gli stessi comitati di cittadini terremotati del Centro Italia il lavoro di Giovanni Legnini e dell'attuale struttura commissariale è stato decisivo. Il loro timore è che la sua fresca nomina a Commissario Straordinario per Ischia possa rappresentare un tentativo di "sganciarlo" dal tema della ricostruzione e delle scelte strategiche che riguarderanno l'Appennino del Centro Italia, in primis la destinazione dei fondi del Pnrr e la realizzazione di grandi infrastrutture turistiche in aree montane, investimenti verso i quali proprio Legnini si è dichiarato molto critico.
L’attuale commissario, infatti, ha mostrato grande competenza, iniziativa e concertazione con la popolazione e i loro rappresentanti sindaci di ogni colore politico. Ha saputo ascoltare, trovando soluzioni coraggiose, strutturali, fattive e condivise, tramutando questa complessa interazione fra diverse parti in soluzioni normative ed ordinanze efficaci.
Sarebbe irresponsabile smantellare proprio ora una struttura commissariale che anzi andrebbe consolidata per il grande lavoro svolto in essa da collaboratori che hanno piena conoscenza di problematiche e rapporti diretti con tutti i comuni del cratere. Sarebbe assurdo sostituire un commissario capace di interloquire con le istituzioni nazionali con la sua competenza normativa.
Non vogliamo che un eventuale cambio di guardia blocchi l’enorme lavoro di semplificazione e sostegno svolto negli ultimi anni, vanificando le speranze di chi attende da sei o tredici anni di rivedere la propria casa.
E ancora:
Se è vero che il commissario ha programmato una gestione dei finanziamenti del sisma verso una gestione regionale essa è ancora lontana dall’essere operativa e passa attraverso la definitiva approvazione del Testo Unico (riordino di più di 200 ordinanze e leggi emanate) e all’approvazione del Codice della Ricostruzione oggetto di legge delega nella precedente legislatura.
In ogni caso l’attuale struttura commissariale è l’unica cosa concreta e affidabile nel percorso della ricostruzione post terremoto e dovrebbe mantenere una funzione centrale anche per i purtroppo prevedibili futuri eventi.
Infine una richiesta di incontro a Giorgia Meloni:
Questo Coordinamento dei Comitati presenti nel cratere vorrebbe avere l’onore di incontrarla, come avvenuto in passato con le istituzioni preposte alla risoluzione delle problematiche connesse al sisma, chiedendo, in merito a questa possibile sostituzione e al profilarsi di un blocco della già tardiva e difficile ricostruzione, di esporre direttamente a Lei le proprie preoccupazioni e ragioni.
A che punto è la ricostruzione del Centro Italia terremotato
Il 19 agosto scorso, pochi giorni prima del sesto anniversario del terremoto del Centro Italia, la struttura commissariale ha fatto il punto della situazione. La ricostruzione post sisma è finalmente entrata nella "fase matura" ed è sufficiente fare un giro nel cratere per notare che centinaia di gru sono "fiorite" nei borghi e nelle città: sono 10mila i cantieri di edilizia privata che sono stati aperti negli ultimi due anni e che, a giugno 2022, hanno fatto registrare 22.700 richieste di contributo.
Le domande di contributo già avviate costituivano, al 19 agosto, il 45% di quelle attese in termini numerici e il 39% in valore economico. Dall'insediamento di Legnini, le richieste sono raddoppiate e i contributi concessi triplicati.