I soldi sottratti da Belsito usati per mantenere Bossi e famiglia
Nuovi particolari emergono dal caso Belsito che ha scosso la Lega Nord. Secondo i pm che indagano contemporaneamente su tre fronti (Milano, Napoli, Reggio Calabria) i conti del Carroccio sarebbe falsati. Il tesoriere, già salito alla ribalta per gli investimenti in Tanzania ed ora indagato per truffa ai danni dello stato e appropriazione indebita, avrebbe effettuato «esborsi» per «esigenze personali di familiari del leader della Lega Nord».E' quanto si legge nel decreto di perquisizione eseguito dalla Guardia di Finanza del nucleo tributario di Milano. I magistrati precisano che si tratta di denaro «in contanti o con assegni circolari o attraverso contratti simulati». Il partito comunque si dichiara «parte lesa» per voce di Roberto Maroni che ha già intimato al suo tesoriere di «fare un passo indietro».
Diversa la questione per quel che riguarda il reato di truffa, ipotizzato anche nei confronti degli uomini di affari, Stefano Bonet e Paolo Scala, assai vicini a Belsito. Le procure stanno cercando di capire come sono stati reinvestiti i soldi da utilizzare come rimborsi elettorali per la Lega. I Pm hanno già sottolineato che Francesco Belsito «non è il nuovo Lusi» in riferimento allo scandalo dell'ex tesoriere della Margherita, eppure tutti i partiti, per legge, sono obbligati a mettere per iscritto le liquidità ricevuto come finanziamento, pena sanzioni. E questo evidentemente non è stato fatto neppure in questo caso.
Ma Belsito, da parte sua, si difende. «Le accuse contro di me dovranno essere provate» ha detto ai cronisti il leghista, mentre era accompagnato dagli inquirenti che hanno effettuato la perquisizione nella sua casa genovese. «Non sono in grado al momento – ha spiegato Paolo Scovazzi, legale di Belsito – di valutare il fondamento delle accuse. Devo ancora vedere il mio cliente». Intanto Edoardo Rixi, candidato sindaco a Genova per la Lega, ha già detto che qualora Belsito non dovesse dimettersi dalla carica di tesoriere del partito di Via Bellerio rinuncerà alla sua corsa alla poltrona più importante del capoluogo ligure.