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I risultati di Piantedosi: aumentano gli sbarchi, rimpatri al palo

Il ministro Piantedosi ha detto che nei primi sei mesi del 2023 ci sono stati “circa 600” rimpatri in più rispetto allo stesso periodo del 2022, dicendo che è un “modesto segnale di miglioramento”. Quest’anno, però, dal Mediterraneo sono arrivate 65mila persone migranti. L’anno scorso erano circa 27mila. Il “miglioramento”, guardando ai numeri, non si vede.
A cura di Luca Pons
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Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, oggi è andato in visita sull'isola di Lampedusa – punto di primo arrivo di decine di migliaia di persone migranti dall'inizio dell'anno – insieme alla commissaria europea Ylva Johansson. Nel corso della conferenza stampa tenuta dai due, a una domanda sulla linea del governo che intende espandere i Cpr e aumentare i rimpatri, il ministro ha detto: "Già quest’anno abbiamo avuto un primo, modesto segnale di miglioramento: dopo i primi sei mesi abbiamo circa 600 persone in più rimpatriate, e prevediamo di rendere sempre più efficiente il sistema dei rimpatri".

Il numero citato da Piantedosi non si può verificare con dati ufficiali: i più aggiornati arrivano fino a marzo 2023. Tuttavia, se ci sono stati davvero seicento rimpatri in più rispetto ai primi sei mesi del 2022, si parla di poco meno di 2mila persone in tutto, contro i 1345 rimpatriati del 2022 in quel periodo. Un successo? Non proprio, nemmeno "modesto", considerando che nei primi sei mesi del 2022 erano arrivate attraversando il Mediterraneo circa 27mila persone, mentre nel 2023 il numero è stato di 65mila.

I numeri certi: da gennaio a marzo sbarchi quadruplicati e solo 200 rimpatri in più

I dati ufficiali che abbiamo disposizione da Eurostat mostrano che, nei primi tre mesi di quest'anno, ci sono stati effettivamente 190 rimpatri in più rispetto allo stesso periodo del 2022: 885 contro 675. Attenzione, si parla di rimpatri effettivi e non di ordini di rimpatrio: quando una persona riceve l'ordine di lasciare il Paese, non è detto che lo faccia, anzi, in molti casi questo non avviene. Guardando alle persone effettivamente rimandate nel proprio Paese di origine, quindi, c'è un aumento nei primi tre mesi dell'anno, e questo è quello che Piantedosi ha chiamato un "segnale di miglioramento".

Farlo, però, vuol dire ignorare altri numeri importanti. Ad esempio, quante persone migranti sono arrivate in Italia in quei mesi. I dati dello stesso ministero dell'Interno, relativi agli sbarchi (quindi non a tutti i migranti giunti nel Paese) parla di 6.832 arrivi da gennaio a marzo del 2022. Quest'anno, il numero è stato di 27.280. Quattro volte tanti.

I due dati non sono perfettamente paragonabili: i rimpatri si riferiscono a tutti i tipi di persone migranti, mentre gli sbarchi solo a chi arriva dal Mediterraneo. Perciò, non si possono fare proporzioni esatte. È piuttosto evidente, però, che con il quadruplo degli sbarchi dovrebbe risultare più "semplice" aumentare leggermente il numero di rimpatri.

Basta guardare i numeri in percentuale. Nel primo trimestre del 2022, il numero di rimpatri fu pari al 9,9% delle persone sbarcate in Italia dal Mediterraneo. Nel primo trimestre del 2023, la percentuale è scesa al 3,2%. Questo non significa esattamente che il 3,2% dei migranti arrivati dal mare sono stati rimpatriati perché, come detto, il numero di rimpatri non riguarda solo le persone che arrivano dal Mediterraneo. Ma rende l'idea delle proporzioni del fenomeno.

Un altro dato da tenere a mente è il numero di ordini di rimpatrio. Come detto, non tutte le persone che ricevono un ordine di andarsene da uno Stato poi lo fanno. Nei primi tre mesi del 2022, gli ordini erano stati 6.875. Nei primi tre mesi del 2023, 6.920. Com'è possibile che, con oltre 20mila persone in più sbarcate in Italia (e si parla sempre solo degli sbarchi, senza tenere in conto gli altri tipi di immigrazione), ci siano stati appena 45 ordini di rimpatrio in più? Forse, il sistema non ha retto e non è riuscito ad andare oltre un certo numero di richieste di asilo da elaborare. Spesso possono volerci mesi per arrivare a un ordine di rimpatrio. Perciò, i dati sui successivi tre mesi dovrebbero aiutare a capire il fenomeno.

La stima di Piantedosi: anche restando larghi, la percentuale di rimpatri è calata

Il periodo da aprile a giugno del 2023 non ha ancora un dato ufficiale sul numero di ordini di rimpatrio, né sui rimpatri effettivi effettuati dall'Italia. Ci si può solo basare sulla cifra citata dallo stesso ministro Piantedosi: "Circa seicento persone in più rimpatriate", nel primo semestre dell'anno. Facendo i dovuti calcoli, si può quindi stimare che mentre da aprile a giugno 2022 furono rimpatriati circa 670 migranti, la cifra per il secondo trimestre del 2023 superi di poco le mille persone.

Si tratta solamente di una stima fondata sulle dichiarazioni del ministro, che potrebbero avere un margine di errore anche importante ("circa" 600 può significare 650, oppure anche 550, a seconda di quanto si vuole approssimare). Tuttavia, facendo un'ipotesi generosa e per eccesso, si può ipotizzare che i rimpatri siano stati 2mila, complessivamente, nei primi sei mesi del 2023. Esattamente 655 in più dei 1345 avvenuti nel 2022.

Ma anche in questo caso, le percentuali saltano all'occhio. Nel 2022, il numero di rimpatri nei primi sei mesi dell'anno fu pari al 4,9% degli arrivi via mare. Nel 2023, anche con la stima più ‘benevola' basata sulle parole di Piantedosi, si parla di un 3,1%. Insomma, il miglioramento vantato dal ministro non torna, se si guardano i numeri per bene.

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