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I legami tra Lega e Putin: in scambi di mail coinvolti senatore Tosato e Savoini, ma Carroccio nega

In un’inchiesta dell’Espresso emerge una rete di contatti tra la destra europea e Vladimir Putin. Secondo alcuni documenti per la Lega il mediatore sarebbe stato Gianluca Savoini. E spunta anche una richiesta esplicita al senatore leghista Tosato per difendere il regime russo. Ma la Lega smentisce ogni coinvolgimento del parlamentare.
A cura di Annalisa Cangemi
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I legami tra i partiti dell'estrema destra europea e Vladimir Putin sono stati raccontati da un'inchiesta dell'Espresso, in collaborazione con il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung e l'emittente pubblica tedesca Westdeutscher Rundfun. In questo fitto intreccio di relazioni, di cui facevano parte partiti nazionalisti e xenofobi della Germania, Austria, Olanda e altri paesi della Ue, sarebbe coinvolta anche la Lega di Matteo Salvini, attraverso l'intermediazione di Gianluca Savoini, in passato vicinissimo a Matteo Salvini e presidente dell’associazione indipendente Lombardia-Russia.

Nel 2019 fu proprio a partire da un'inchiesta dell'Espresso sui presunti fondi russi alla Lega, che si aprì un fascicolo con l’ipotesi di reato di corruzione internazionale. Nel luglio 2019 fu invece BuzzFeed News a pubblicare la registrazione delle trattative di Savoini a Mosca, descrivendo esplicitamente i piani per acquisire finanziamenti russi illeciti a favore della Lega. Savoini è ancora indagato dalla procura di Milano per l'incontro all'hotel Metropol di Mosca con tre emissari russi, per trattare appunto un finanziamento al partito di Salvini attraverso una fornitura di gasolio all'Eni.

Gianluca Savoini avrebbe avuto contatti con il milionario russo Konstantin Malofeev, al servizio della propaganda del Cremlino dal 2013 al 2019. Tra i documenti, resi noti dall'Espresso e da altri giornali europei, spunta anche un messaggio destinato a un parlamentare italiano, il senatore leghista Paolo Tosato, affinché si impegnasse a fare propaganda al regime di Putin. La comunicazione sarebbe arrivata tramite un testo scritto da una collaboratrice del magnate Malofeev, inviato appunto a Tosato, in cui sarebbe anche riportata una cifra: 20 mila euro. A quanto risulta ci sarebbe stata successivamente un'interrogazione parlamentare del senatore Tosato, nel giugno 2016, in cui si chiedeva al governo italiano di sospendere le sanzioni contro la Russia varate dopo l'annessione illegale della Crimea da parte di Mosca.

La rete di rapporti tra i partiti di estrema destra europei e diversi oligarchi che sostenevano Vladimir Putin è ricostruita in un articolo di ‘Repubblica', a partire dall'inchiesta dell'Espresso. Dall'inchiesta, scrive il quotidiano, emergono decine di mail che mostrano come Gianluca Savoini fosse appunto il mediatore tra la Lega e Malofeev.

Lega smentisce tutto e chiede 1 milione di risarcimento

Il Carroccio rispedisce al mittente l'articolo dell'Espresso, bollandolo come "Inaccettabili falsità contro la Lega". Il partito di Salvini assicura che il parlamentare non ha mai ricevuto soldi da Mosca.

"A differenza di chi, per anni, ha diffuso come supplemento mensile ‘Russia Oggi', il senatore Paolo Tosato non ha mai preso un centesimo da Mosca né ha mai assecondato richieste del Cremlino. Il senatore Tosato – che non è mai stato in Russia in vita sua – aveva presentato una interrogazione al governo, cioè una semplice domanda, con l'obiettivo di ricevere rassicurazioni sulle esportazioni italiane (e in particolare del suo Veneto) verso Est", ha fatto sapere in un una nota l'ufficio stampa della Lega. "Anche per questi motivi, sia il senatore che la Lega hanno dato mandato ai legali di difendere la propria onorabilità. Tosato e la Lega chiederanno un milione di risarcimento danni a testa: la cifra sarà interamente devoluta agli orfani di guerra ucraini", fanno sapere dal partito di Salvini.

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