I programmi dei partiti sul Reddito di cittadinanza: rischia davvero di essere abolito?
Il reddito di cittadinanza è stato uno dei temi più chiacchierati durante questa campagna elettorale. Con diversi partiti che promettono di eliminarlo. Altri di rivederlo profondamente. "Chi vuole eliminare il reddito di cittadinanza è folle, è un sistema di protezione sociale, i percettori chiedono lavoro e dignità", ribadisce anche oggi Giuseppe Conte, leader del Movimento Cinque Stelle. Prima di andare a vedere quali sono le posizioni dei partiti a riguardo, una premessa: delle forme di reddito minimo garantito, cioè dei sussidi garantiti dallo Stato ai cittadini con delle entrate minori a una certa soglia, esistono in praticamente tutti i Paesi dell'Unione europea.
Anche se, appunto, in modalità diverse, i Paesi membri negli anni hanno adottato delle misure di contrasto alla povertà, in linea con i valori fondamentali dell'Unione europea secondo cui ad ogni cittadino vanno assicurate le risorse necessarie e sufficienti per condurre una vita dignitosa. Il reddito di cittadinanza è un provvedimento che assolve alla stessa funzione.
Le politiche di sostegno al reddito in Italia ed Europa
E anche prima che i Cinque Stelle approvassero la loro misura, in Italia esisteva già una misura simile. Era il Rei, cioè il Reddito di inclusione, a cui avevano diritto i nuclei familiari che si trovavano in situazioni di difficoltà economica. Anche il Rei, prima di essere sostituito dal reddito di cittadinanza aveva come obiettivo anche l'inclusione del percettore nel mercato del lavoro. Si componeva di, come specifica il sito del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali:
- un beneficio economico, erogato mensilmente attraverso una carta di pagamento elettronica (Carta REI);
- un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà, predisposto sotto la regia dei servizi sociali del Comune.
Come abbiamo detto in quasi tutti i Paesi europei esiste un sistema di protezione sociale che prevede un reddito minimo garantito. Come questo viene gestito, però, è diverso da Paese a Paese: ad esempio in Austria e in Olanda c'è un meccanismo a livello locale di contrasto alla povertà, mentre in Spagna o Svezia è centralizzato. Variano poi i requisiti per accedervi, non solo perché chiaramente la soglia di povertà cambia tra gli Stati, ma anche a seconda di altri fattori come ad esempio quello anagrafico. A Cipro e in Lussemburgo infatti viene concesso a partire dai 25 anni. La cittadinanza, solitamente, è un requisito fondamentale, ma in Germania il reddito minimo garantito raggiunge anche i rifugiati.
I partiti a favore o contrari al reddito di cittadinanza
Nel nostro Paese, come abbiamo detto, quasi tutte le forze politiche si sono dette contrarie al reddito di cittadinanza. Giuseppe Conte ha sempre difeso la misura, attaccando chi faceva campagna elettorale promettendo di abolirla. In particolare Matteo Renzi e Giorgia Meloni: "Fanno campagna indegna contro i poveri", accusava il leader M5s.
Ma in che modo i partiti vogliono cambiare il Reddito?
Movimento Cinque Stelle
Come abbiamo detto, anche il M5s ha aperto a una revisione del reddito di cittadinanza. Nel programma si legge:
Per il Reddito di cittadinanza si prevede l’aggiornamento dei parametri per le famiglie numerose e per le persone con disabilità, nonché introduzione di condizioni di accesso per i cittadini extracomunitari oltre che la compatibilità, per i lavori stagionali, con il reddito di cittadinanza fino a 3000 di reddito annui. Domanda da presentare attraverso sportelli istituzionali.
Centrodestra
Secondo Matteo Salvini chi rifiuta un'offerta di lavoro non dovrebbe aver diritto al reddito. Il sussidio, dice il leader della Lega, va invece sempre riconosciuto a chi non può lavorare. Anche per Giorgia Meloni il reddito va dato a chi non può lavorare, disabili e famiglie senza reddito con minori a carico. La sua strategia però tocca anche le politiche attive per il lavoro: secondo la leader di Fratelli d'Italia i soldi stanziati vanno dati direttamente alle imprese, in modo che queste possano assumere. Quanto a Forza Italia, Silvio Berlusconi ha negato di volerlo abolire: anzi, ha detto di volerlo rafforzare per tutte le persone in povertà. Ma ha anche detto che bisogna distinguere chi ne ha veramente bisogno da chi può lavorare e in particolare sui giovani ha detto che a questi bisogna offrire un futuro e non un sussidio.
Partito democratico
Il Partito democratico non parla di eliminare il reddito di cittadinanza. Però afferma che questo debba essere rivisto: pur riconoscendo che, soprattutto nella pandemia, la misura ha evitato che moltissime persone finissero in povertà, i democratici ritengono che le politiche attive per il lavoro vadano migliorate, consentendo soprattutto ai giovani di avvicinarsi al mercato e trovare un impiego.
Terzo Polo
Renzi alcuni mesi fa aveva addirittura annunciato il referendum per abolire il reddito di cittadinanza. Il leader del Terzo polo, Carlo Calenda, parla però piuttosto di riformarlo profondamente, dandolo solo a chi è impossibilitato a lavorare e affidando invece chi può farlo alle agenzie private dell'impiego, che possano mettere le persone in cerca di lavoro direttamente in contatto con le imprese. La proposta di Calenda, poi, afferma che in caso di rifiuto di una proposta di lavoro "congrua" al profilo, il sussidio vada revocato. Anche la ministra per il Sud, Mara Carfagna, passata ad Azione con la crisi di governo, ha detto di essere contraria ad abolirlo, ma ha spiegato che questo deve essere sganciato dalle politiche attive del lavoro.
Impegno civico
Anche Luigi Di Maio, ex capo politico dei Cinque Stelle, che come ministro del Lavoro aveva firmato il decreto che istituiva il reddito di cittadinanza, ha ammesso che qualcosa non ha funzionato. In particolare, ha puntato il dito contro i centri per l'impiego. Di Maio ha quindi detto di non voler abolire il reddito di cittadinanza, ma di volerlo modificare per permettergli di funzionare meglio.
Il reddito di cittadinanza rischia di essere abolito?
In conclusione, difficilmente una misura di reddito minimo garantito verrebbe abolita in Italia. Abbiamo visto che il contrasto alla povertà è praticamente presente in tutti i Paesi europei e anche in Italia c'era prima del provvedimento del M5s. Ma è molto probabile che questo venga rivisto, magari slegando il sistema dei sussidi da quello delle politiche del lavoro.