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I parenti delle vittime di Cutro saranno ricevuti da Meloni a Chigi giovedì (20 giorni dopo la strage)

L’incontro tra Meloni e i familiari delle vittime di Cutro si terrà giovedì: i parenti e i superstiti che hanno accettato l’invito saranno ricevuti a Palazzo Chigi.
A cura di Annalisa Cangemi
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Alla fine i parenti delle vittime e i superstiti del naufragio di Cutro saranno ricevuti dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni giovedì 16 marzo. L'invito, giunto tardivamente, si è concretizzato dopo più di due settimane dal tragico evento che ha causato la morte di almeno 81 persone. E il bollettino dei morti continua ad aggiornarsi con il passare dei giorni.

Al momento a Cutro sono rimasti solo alcuni dei familiari delle vittime e alcuni superstiti, anche se non tutti hanno accettato l'invito. Chi ha deciso di recarsi a Roma partirà giovedì mattina.

L'appuntamento era stato annunciato lo scorso giovedì proprio da Cutro, dove la premier si era recata con il resto del governo per partecipare alla riunione del Consiglio dei ministri, convocata simbolicamente proprio sul luogo della tragedia. Meloni non era andata sul posto insieme al Presidente della Repubblica Mattarella, che invece si era recato alla camera ardente per rendere omaggio alle vittime. E l'assenza della premier aveva fatto rumore: da qui la decisione di convocare il Cdm proprio nel comune in provincia di Crotone.

Nella cittadina calabrese, dopo aver illustrato il nuovo provvedimento sull'immigrazione, che contiene l'introduzione di una nuova fattispecie di reato per punire i trafficanti ma nulla per potenziare i soccorsi, Meloni si è vista incalzata dai cronisti, che le chiedevano come mai nel suo programma della trasferta a Cutro non avesse inserito un incontro con i familiari delle vittime.

Alla fine dei lavori i cronisti le avevano domandato il perché di quel mancato incontro, e la premier aveva risposto in modo evasivo: "Oggi ho finito adesso…Dopodiché io ci vado volentieri". "Ma doveva essere la prima tappa", aveva ribadito una cronista. Poco dopo quello scambio, subito dopo la conferenza stampa, Palazzo Chigi aveva fatto sapere che la premier avrebbe invitato presto i familiari delle vittime a Roma. "Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, inviterà nelle prossime ore i familiari delle vittime della tragedia di Cutro a Palazzo Chigi", recitava una nota.

Le critiche a Giorgia Meloni

Nei giorni scorsi però non sono mancate le lamentele tra i familiari delle vittime e i sopravvissuti. "La presidente del Consiglio italiana Meloni ci ha invitati a Palazzo Chigi? Non ne so niente, nessuno ci ha detto nulla", aveva detto all’Adnkronos Habib Amini, un giovane afghano che nel naufragio di Cutro ha perso la sorella Jomgh Gol di 29 anni e il cognato Mohamed Arabzadeh di 31 anni, che ha atteso a lungo il documento che permetta il trasferimento delle salme in Afghanistan.

"L'invito di noi parenti delle vittime a Palazzo Chigi? Nessuno ci ha detto nulla. Lo apprendiamo da lei in questo momento. Siamo qui da tredici giorni in attesa di potere riportare in Afghanistan i nostri cari, fatta eccezione per il Presidente della Repubblica Mattarella, non abbiamo visto nessuno, qui alla camera ardente. Ora apprendiamo da lei di questo invito. Troppo tardi… Noi, non appena ci daranno l'autorizzazione per rimpatriare le salme, lasceremo l'Italia. E torneremo in Germania o negli altri paesi da cui veniamo", aveva detto alla stessa agenzia Alauddin Mohibzada, un afghano di 23 anni che vive in Germania, arrivato in Calabria per il riconoscimento delle salme dei suoi cari, sua zia, Munika, 35 anni, sorella della madre, e due cuginette, di 12 e 8 anni, rispettivamente Maewa e Hadija. Nel naufragio ha perso anche un altro cuginetto, Tajib, di 5 anni, che non è ancora stato ritrovato.

Franco Mari, deputato di Alleanza Veri Sinistra, definisce l'invito a Palazzo Chigi "Fuori tempo massimo, è pura propaganda", perché "Il momento giusto per incontrare le vittime sarebbe stato all'indomani del naufragio, quando lo Stato si sarebbe dovuto occupare delle loro condizioni anziché abbandonarli".

Continua il trasferimento delle salme da Cutro

Vanno avanti intanto le operazioni per il trasferimento delle salme delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro. Al Palamilone di Crotone, che è stato utilizzato come camera ardente sin dal giorno della tragedia, stamattina c'erano 28 salme. Di queste 9 saranno trasferite entro la serata. Per le altre l'espatrio è previsto tra domani e dopodomani.

Delle 28 salme una andrà in Pakistan, una Palestina, quattro in Iran e 22 in Afghanistan. Nel palazzetto dello sport restano ancora da identificare cinque corpi, compresi i due recuperati. Il lavoro dei tecnici del Gabinetto provinciale di Polizia scientifica di Crotone prosegue senza soste per cercare di dare un nome a tutte le vittime della tragedia nonostante i corpi, rimasti per oltre 15 giorni in balia del mare, siano ormai irriconoscibili. Gli agenti stanno esaminano con cura ogni particolare: dagli abiti rimasti addosso ai cadaveri, ad eventuali gioielli (orecchini o anelli) ed anche segni particolari.

Non si fermano intanto le ricerche dei dispersi che proseguono nella zona del naufragio lungo una linea di costa di oltre 13 km, visto che oggi sono stati recuperati due corpi che si trovavano su direzioni opposte, uno verso Nord, nella zona tra Steccato e Praialonga, e l'altro molto più a Sud dopo la foce del Fiume Tacina. All'appello mancherebbero ancora 21 persone, sei delle quali bambini, secondo i dati resi noti dell'ufficio immigrazione della Questura di Crotone, che si basa sulle ricostruzioni dei superstiti. A questo numero si potrebbero aggiungere anche persone disperse che viaggiavano da sole.

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