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Migranti, i paesi africani vogliono le scuse di Salvini. Lui replica: “Non ho niente di cui scusarmi”

Non sono accettabili per l’Unione africana le parole di Matteo Salvini con cui ha pubblicamente paragonato gli immigrati africani agli schiavi. Oggi il vicepresidente del Consiglio ha replicato, durante la conferenza stampa al Viminale: “Le mie dichiarazioni erano in difesa degli immigrati, non ho niente di cui scusarmi”.
A cura di Chiara Caraboni
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L’Unione africana, organizzazione internazionale rappresentante tutti gli Stati dell'Africa, non accetta le parole pronunciate dal ministro dell'Interno Matteo Salvini durante il suo intervento alla Conferenza di Vienna sulla sicurezza e l’immigrazione. Il vicepresidente del Consiglio italiano, infatti, durante il battibecco con il ministro del Lussemburgo Jean Asselborn, ha pubblicamente detto “Non abbiamo l’esigenza di avere nuovi schiavi”. Queste parole, che non sono state gradite nemmeno dal ministro degli Esteri lussemburghese, hanno inevitabilmente creato uno dissenso nell’Unione africana (UA) che ora pretende delle scuse. Nel comunicato stampa, l'UA ha infatti dichiarato:

È opinione dell'Unione Africana che la denominazione non risolva le sfide migratorie che affliggono l'Africa e l'Europa. Il dibattito sulla migrazione e lo sviluppo dovrebbe sempre più avvenire nel contesto del dibattito sullo sviluppo socio-economico del continente, e non come una questione separata che risponde alla "crisi migratoria" in Europa. Nell'interesse di un impegno costruttivo sul dibattito migratorio tra i due continenti, l'Unione africana chiede al vice primo ministro italiano di ritrattare la sua dichiarazione dispregiativa sui migranti africani e di sollecitare ulteriormente l'Italia a emulare e sostenere altri Stati membri dell'Unione europea, come la Spagna, che hanno esteso il supporto e la protezione ai migranti in difficoltà, indipendentemente dalla loro origine e dalla loro situazione legale, prima che venga determinato il loro status di ammissione.

Il leader della Lega è riuscito quindi a creare una discussione che, questa volta, ha superato i confini europei, dando vita alla reazione dell’Unione africana e dei 55 stati di cui fa le veci. Questo, nonostante sia noto che l'organizzazione abbia già deciso di voler lavorare insieme all'Unione europea per trovare una soluzione al fenomeno dell’immigrazione.

Il dibattito che ha portato Matteo Salvini sotto i riflettori per aver espresso questa dichiarazione, è avvenuto cinque giorni fa a Vienna, durante la conferenza sull'immigrazione. Le stesse parole ritenute motivo di "costernazione" da parte dell'Unione africana, avevano irritato il Ministro degli Esteri Jean Asselborn, convinto però che quella di Salvini sia stata una "provocazione calcolata".

La replica di Matteo Salvini

Questa mattina però il ministro italiano ha trovato modo, rispondendo a una domanda sul tema, di replicare alle accuse durante la conferenza stampa al Viminale:

Agli amici dell’Unione africana mi limito a rimandare il comunicato di tre giorni fa in cui smentivamo qualsiasi comparazione tra immigrato e schiavo, anzi le mie dichiarazioni erano in difesa degli immigrati che qualcuno qui in Europa concepisce come schiavi. Io ho detto che non c’è bisogno di importare nuovi schiavi, non ho niente di cui scusarmi.

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