I No Green Pass pronti a bloccare 54 stazioni: Viminale prepara la stretta
Tensioni nelle piazze, un gazebo del M5s distrutto a Milano, scienziati minacciati, intimidazioni a giornalisti. I No Green Pass e i No Vax si fanno sentire così, da Nord a Sud, e preparano una protesta in 54 città italiane per domani, 1 settembre, giorno in cui la certificazione verde sarà per la prima volta estesa ai trasporti a lunga percorrenza, e per viaggiare a bordo di treni, aerei e navi bisognerà essere vaccinati oppure guariti dal Covid, o in alternativa sarà necessario un tampone negativo effettuato nelle ultime 48 ore. I No Green Pass hanno promesso di bloccare l'accesso alle principali stazioni ferroviarie, a partire dalle 14:30 di domani: "Non ci fanno partire con il treno senza il passaporto schiavitù? Allora non partirà nessuno!". Questa la motivazione che spinge 40mila iscritti alla chat Telegram ‘Basta dittatura' a scendere in piazza contro politici, virologi e contro il mondo dell'informazione in generale.
Nel mirino ci sono le stazioni di Roma Tiburtina, Milano Porta Garibaldi, Torino Porta Nuova, Napoli Garibaldi. Non si sa chi guidi questo movimento. A Milano per strada c'erano le destre estreme di Forza Nuova e Lealtà e Azione, ma anche personaggi che gravitavano nelle galassia delle Brigate rosse e anarchici. Nei volantini si firmano ‘Popolo, Autogestito, Pacifico'.
Negli ultimi tre giorni si è registrata una preoccupante escalation di violenze: prima la cronista di RaiNews Antonella Alba spintonata durante un corteo nella Capitale, poi il videomaker di ‘Repubblica' Francesco Giovannetti aggredito davanti al ministero dell'Istruzione, dove si erano dati appuntamento i lavoratori della scuola, che protestavano contro la certificazione verde obbligatoria negli istituti, misura che partirà da domani. Anche l'infettivologo Matteo Bassetti, che pochi mesi fa era molto seguito dalle destre, è stato vittima di insulti, inseguito sotto casa e minacciato. Mentre il virologo Fabrizio Pregliasco ha ricevuto telefonate anonime.
La stretta del Viminale
Il Viminale sta organizzando una risposta ai manifestanti, in vista dei disordini di domani, 1 settembre. Si temono anche atti di sabotaggio alla linea ferroviaria, e altre azioni a sorpresa. Nei luoghi dove più alto è il rischio di scontri ci saranno i blindati di polizia e carabinieri. È stato anche convocato intanto il centro di coordinamento per il monitoraggio, l'analisi e lo scambio di informazioni sugli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, che si riunirà a breve. Gli autori delle aggressioni sarebbero già stati individuati: nel caso del giornalista Giovannetti, finito al pronto soccorso in ambulanza, si tratterebbe di un collaboratore scolastico, a cui è stato sospeso il porto d’armi. Ma le proteste non si esauriranno domani: è in programma già una grande mobilitazione generale, il prossimo 6 settembre, contro l'obbligo vaccinale e contro le misure anti Covid.