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I magistrati contro Salvini: “Lesa la nostra indipendenza, stravolge la Costituzione”

Il Consiglio superiore della magistratura con il suo vicepresidente, Giovanni Legnini, e l’Associazione nazionale magistrati rispondono al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e lo accusano di aver proferito parole che “rappresentano uno stravolgimento dei principi costituzionali”. Legnini parla di espressioni “lesive del prestigio e dell’indipendenza” della magistratura.
A cura di Stefano Rizzuti
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Le parole del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, contro la magistratura hanno suscitato una levata di scudi da chi ha subito oggi un attacco diretto dopo la notizia dell’indagine a carico del titolare del Viminale. Si dice preoccupato per le dichiarazioni di Salvini il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, che parla di espressioni “lesive del prestigio e dell’indipendenza dell’ordine giudiziario che si pongono in contrasto con il doveroso rispetto delle prerogative che si deva a ciascuno dei poteri dello Stato”. L’Anm, l’Associazione nazionale magistrati, parla di “dichiarazioni che rappresentano un chiaro stravolgimento dei principi costituzionali, che assegnano alla magistratura il compito e il dovere di svolgere indagini ed accertamenti nei confronti di tutti, anche nei confronti di chi è titolare di cariche elettive o istituzionali”.

La replica di Legnini

Il vicepresidente del Csm sottolinea l’importanza dell’autonomia della magistratura: “Come ribadito dal plenum del Csm di mercoledì scorso, sulla tutela dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura non si può arretrare, nell'interesse della tenuta del sistema democratico e perché essa agisce in virtù dei poteri conferitigli dalla Costituzione e non ha certo bisogno di trarre la sua legittimazione dal voto dei cittadini”. Parole riferite a quelle di Salvini che ha sostenuto di essere stato eletto dal popolo, al contrario dei giudici. “Chi rappresenta le istituzioni – prosegue Legnini – tanto più se a un livello così elevato, ha il dovere di rispettare la legge e la Costituzione, al pari di qualunque altro cittadino. La procura di Palermo merita rispetto essendosi limitata ad espletare un'attività prevista dalla legge costituzionale n. 1/1989, che scandisce precise procedure e prevede robuste garanzie per i componenti del governo quando essi agiscono per la tutela di un interesse dello Stato o per il perseguimento di un preminente interesse pubblico. Gli stessi, quindi, pur avendo il sacrosanto diritto di criticare le iniziative della magistratura, non possono delegittimarne l'operato così come ciascuno dei magistrati ha il dovere di rispettare la sfera di autonomia propria dell'indirizzo politico spettante al governo”.

L’Anm: ‘Stravolgimento dei principi costituzionali’

L’Associazione nazionale magistrati commenta le dichiarazioni di Salvini in maniera molto dura:

Le dichiarazioni di oggi del ministro dell'Interno, intervenute dopo la notifica degli atti da parte della procura di Palermo in merito alla vicenda della nave Diciotti, rappresentano un chiaro stravolgimento dei principi costituzionali, che assegnano alla magistratura il compito e il dovere di svolgere indagini ed accertamenti nei confronti di tutti, anche nei confronti di chi è titolare di cariche elettive o istituzionali. È completamente errato, al di là di ogni valutazione di merito che non spetta all'Anm, sostenere che i magistrati non possono svolgere indagini nei confronti di chi è stato eletto. Così come appare fuori luogo sostenere che taluni magistrati svolgono le proprie indagini anche sulla base di orientamenti politici. L’autonomia della magistratura e l'imparzialità di ogni singolo magistrato sono un patrimonio indefettibile della nostra democrazia e dello Stato di diritto, principi sui quali non possono e non devono esserci flessioni o arretramenti, ed in questo senso ci impegneremo e reagiremo ad ogni attacco, perché i primi a pagarne un prezzo altissimo sarebbero i cittadini.

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