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I libri di testo scolastici? Comunisti e antiberlusconiani. Il Pdl chiede una commissione d’inchiesta

Gabriella Carlucci ha richiesto l’istituzione di una commissione parlamentare per vigliare sulla parzialità dei libri di testo adottati dalle scuole. L’iniziativa è stata fortemente contestata da parte dell’Unione degli studenti e del PD.
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Non smettono di sconvolgere i provvedimenti e quanto succede nelle aule del Parlamento, dopo che Parlamento Wikileaks ci aveva lasciato a bocca aperta, adesso sotto i riflettori c'è un provvedimento per il vaglio dei libri di testo usati nelle scuole. Dalle aule di tribunale a quelle scolastiche, l'incubo comunista si ripropone con insistenza nelle notti della maggioranza di Governo. Secondo il Pdl, nelle scuole verrebbero adottati testi "rossi", viziati da parzialità di giudizio sui fatti storici e che predisporrebbero i ragazzini ad adottare un atteggiamento elettorale sinistroide oltre che antiberlusconiano.

Per questo, 19 deputati guidati da Gabriella Carlucci hanno proposto una Commissione parlamentare d'inchiesta che dovrebbe vigilare sulla imparzialità dei libri di testo:  sotto accusa c'è, in particolare, la storia recente che secondo la Carlucci sarebbe totalmente asservita al centro sinistra. Per quanto riguarda la storia contemporanea i libri rossi sono tacciati di dare più spazio alla Resistenza che al Risorgimento, e di trascurare la trattazione delle Foibe, attribuendo magari le responsabilità più al fascismo che al comunismo.

Un provvedimento che ha il sapore della censura, di una propaganda anche in quei luoghi predisposti alla formazione in primis di cittadini liberi, e conseguentemente anche di elettori liberi. Il disegno di legge per l'istituzione della commissione d'inchiesta parlamentare ha scatenato, come era facile prevedere, una polemica dai toni piuttosto accesi in cui anche gli studenti, attraverso l'Unione degli Studenti, hanno voluto esprimere al loro opinione:

Con questo provvedimento l'On. Carlucci fa intendere che l'educazione ai valori della Resistenza sia un male, nonostante siano sanciti in una carta che dovrebbe unire tutto il Paese: la carta costituzionale. […] Rimaniamo sinceramente sbigottiti da come si possa costruire un allarme e un livello di fantasticazione tale per distogliere l'attenzione dei problemi reali della scuola. […] La chiara allusione di una proposta del genere ad una censura de facto che ricalca lo stile delle dittature fasciste viene liquidato dicendo che questi libri non saranno messi al rogo, ma verranno segnalati agli autori i quali se non li correggeranno subiranno il ritiro dei testi dal mercato. […] Ricordiamo all'On. Carlucci e al suo governo che la Costituzione Italiana che loro tanto attaccano, sancisce la libertà di insegnamento e la libertà di pensiero, e le loro proposte sono fuori da ogni quadro democratico e costituzionale.

Sulla stessa falsariga anche le dichiarazione della senatrice del Pd  Vittoria Franco, secondo la sua opinione un provvedimento di questa entità rappresenta in toto al contraddittorietà del partito di Berlusconi che pur definendosi "Il Popolo della Libertà", vara  legge che di fatto tale libertà al limitano. A detta della senatrice, inoltre, "Il Pdl vorrebbe una scuola pubblica di regime, completamente asservita al potere del governo, in cui si lavori contro la capacità critica delle nuove generazioni."

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