I dissidenti russi uccisi in circostanze oscure dall’ascesa di Putin: il racconto di Roberto Saviano
"Ma davvero non ce lo aspettavamo? Davvero Vladimir Putin ci ha sorpreso? L’uomo a capo di un regime che per anni è stato teatro di morti sospette, giornalisti ammazzati in circostanze poco chiare, dissidenti avvelenati, attivisti incarcerati. Davvero questa invasione è così incredibile, dopo quello che è successo in Cecenia in Crimea?": lo afferma Roberto Saviano in un video per Fanpage.it in cui ripercorre due decenni di giornalisti dissidenti e oppositori politici uccisi in circostanze poco chiare dall'ascesa di Putin al potere.
Parla di Artyom Borovik, un editore e giornalista investigativo che voleva raccontare la storia di Vera Putina, una donna che raccontava di essere la reale madre di Putin, e che è morto in un in un sospetto incidente aereo nel 2000. Secondo molto inchieste giornalistiche, però, non si è trattato affatto di un incidente, ma l'aereo sarebbe stato sabotato per mettere a tacere il lavoro di indagine sull'infanzia di Putin, diventato proprio quell'anno presidente. Saviano menziona anche Antonio Russo, giornalista italiano di Radio Radicale che si trovava in Cecenia, quando è stato brutalmente ucciso, per raccontare le violenze e le violazioni dei diritti umani da parte dell'esercito russo.
Ma anche Sergej Yushenkov, un politico liberale che si è sempre opposto a Putin, denunciando l'implicazione dei servizi segreti in casi come quello delle Bombe nei Palazzi, una serie di attentati avvenuti negli anni Novanta a Mosca per cui fu accusato l'Esercito per la liberazione del Daghestan, legittimando così la campagna russa in Cecenia. È stato ucciso nel 2003, subito dopo aver registrato il suo partito per le seguenti elezioni. Saviano racconta anche la storia di Yuri Shchekochikhin, un altro giornalista investigativo morto in circostanze oscure, probabilmente avvelenato con materiale radiattivo, dopo aver rivelato i legami tra la mafia russa e i vertici del Cremlino.
Lo scrittore ricorda anche Anna Politkovskaja, una delle giornaliste russe più famose, penna di punta della Novaja Gazeta, e una delle più esplicite critiche al potere di Putin. Che dopo un tentativo di avvelenamento, è stata uccisa nell'ascensore del suo palazzo il giorno del compleanno di Putin, nel 2006. Aleksandr Litvinenko, un ex spia russa la cui foto sul letto di morte ha fatto il giro del mondo, prima di essere assassinato aveva accusato direttamente il presidente russo per l'omicidio della Politkovskaja. Saviano ricorda come nel 2006 Litvinenko è stato avvelenato con del polonio-210 dopo essere stato invitato da altre due ex spie russe in un hotel di Londra, in Gran Bretagna dove era fuggito. La sua ultima frase è stata: “Potrai riuscire a far tacere un uomo, ma l’urlo delle proteste da tutto il mondo, signor Putin, si riverbererà nelle sue orecchie per il resto della sua vita”.
Infine lo scrittore parla di Natalia Estemirova, una giornalista uccisa mentre realizzava documentari sulla seconda guerra cecena, Boris Berezovsky, un oligarca morto in circostanze oscure mentre si trovava in auto-esilio a Londra, dove era scappato dopo i contrasti con il presidente russo, e Boris Nemstov, un oppositore politico che nel 2014 aveva criticato in modo durissimo la campagna di Putin in Crimea. Quando è stato ucciso a Mosca nel 2015, ricorda Saviano, stava per organizzare una grande manifestazione per la pace in Ucraina, che avrebbe unito tutte le opposizioni a Putin.
Così torniamo a quanto sta accadendo in Ucraina da oltre una settimana: "Per Putin l’Ucraina è Russia, gli ucraini sono russi. Ma di colpo si sono fatti dissidenti, hanno iniziato a guardare a Ovest, ora il Paese vuole entrare in Europa. E allora, come da anni accade a chi lo contrasta, va neutralizzato. Solo che per neutralizzare un politico o un giornalista dissidente basta del veleno o un sicario, per un Paese intero servono i missili, bombe e carri armati", conclude Saviano.