I disoccupati diventano assistenti civici: controlleranno il rispetto del distanziamento
Si chiameranno assistenti civici. Il loro compito sarà quello di controllare il rispetto del distanziamento sociale, ma non solo. Saranno veri e propri collaboratori delle istituzioni, che aiuteranno anche la parte più debole della popolazione. Saranno 60mila e verranno scelti tra gli inoccupati, tra chi non ha vincoli lavorativi, compresi coloro i quali siano beneficiari del reddito di cittadinanza o di ammortizzatori sociali. Ad annunciare l’arrivo di un bando della Protezione Civile per il reclutamento di 60.000 assistenti civici sono il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, e il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro. Gli assistenti civici verranno individuati su base volontaria tra i disoccupati e saranno coordinati dalla Protezione Civile, che dovrà indicare alle Regioni la disponibilità su tutto il territorio nazionale. Poi saranno i sindaci a impiegare questi collaboratori per attività sociali, per collaboratore al rispetto del distanziamento sociale e per “dare un sostegno alla parte più debole della popolazione”.
Il ministro Boccia spiega come mai si sia deciso di prevedere questo bando: “Stiamo progressivamente entrando in una nuova normalità, c’è una graduale ripresa delle attività produttive e i cittadini stanno, giorno dopo giorno, tornando a popolare le città. I Comuni, attraverso Anci, potranno avvalersi del contributo degli ‘assistenti civici' per far rispettare tutte le misure messe in atto per contrastare e contenere il diffondersi del virus, a partire dal distanziamento sociale. Dopo le migliaia di domande di medici, infermieri e operatori socio sanitari, arrivate alla Protezione civile nel momento di maggiore emergenza negli ospedali italiani, ora è il momento di reclutare tutti quei cittadini che hanno voglia di dare una mano al Paese, dando dimostrazione di grande senso civico”.
Il presidente dell’Anci Decaro prosegue: “Sono stati i volontari, con noi amministratori, a prendersi cura di chi aveva più bisogno nella fase del lockdown. È ai volontari che vogliamo affidare le nostre comunità in questa nuova e complessa fase: quella in cui proviamo a convivere con il virus e impariamo a difenderci, anche tornando a una vita meno compressa dai divieti. Da questa emergenza possiamo uscire solo stando uniti e collaborando ognuno per la sua parte, con senso di responsabilità”.