I deputati Aprile e Nitti lasciano il Movimento 5 Stelle: “Dai vertici metodi intollerabili”
Ancora due addii per il Movimento 5 Stelle: i deputati Nadia Aprile e Michele Nitti lasciano il gruppo e aderiscono al Misto. La comunicazione formale è stata già inviata, attraverso una lettera, al presidente della Camera, Roberto Fico. I due erano stati candidati dal Movimento 5 Stelle in Puglia come esponenti della società civile: sono stati eletti a marzo 2018 nei collegi uninominali regionali. Nitti è un direttore d’orchestra, Aprile una commercialista.
A spiegare il motivo dell’addio è proprio Nadia Aprile attraverso una nota: “Dopo aver riflettuto a fondo, ritenendo illegittimo ed infondato il procedimento aperto a mio carico, ma certa di aver contribuito, con la mia presa di posizione, a rendere pubblici comportamenti di dubbia legittimità, sono giunta alla determinazione di non poter più continuare a militare nel MoVimento di cui, sebbene condivida ancora i principi ispiratori, non mi è più possibile tollerare i metodi”.
Le accuse dell’ex deputata M5s riguardano quindi i metodi e non la linea politica pentastellata. In particolare Aprile parla del tema delle mancate restituzioni: “Non posso nascondere che i fatti che mi hanno visto protagonista nell'ultimo periodo mi hanno seriamente scossa. La situazione in cui mi sono trovata è dipesa esclusivamente da un'inesorabile deriva autoritaria del Movimento e dalla mancata considerazione in cui sono stata tenuta come parlamentare e, cosa per me ancor più grave, come persona. Mi ha offeso l'ingiustificato attacco mediatico a cui sono stata sottoposta (venendo dipinta, da quasi tutti gli organi di stampa nazionale, come ‘morosa' e inadempiente agli obblighi assunti per vili fini personali di natura economica), senza ricevere alcuna tutela da parte del Movimento, benché (circostanza ben nota ai vertici), io abbia solo cercato, sin dallo scorso mese di aprile, di avere chiarimenti sull'autoritaria costituzione del ‘Comitato per le rendicontazioni/rimborsi del Movimento 5 Stelle' e sull'imposizione di destinare le restituzioni al predetto organo privato, costituito, ad hoc, dopo l'inizio della legislatura. Mi ha ancor di più offeso l'aver ricevuto, di tutta risposta, dopo circa nove mesi di silenzio, la comunicazione, inviatami dai probiviri il 13 gennaio u.s., dell'apertura di un procedimento disciplinare a mio carico”.