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I dazi di Trump fanno crollare i mercati, qual è il piano dell’Italia e dell’Europa per rispondere

I dazi degli Stati Uniti fanno crollare le borse asiatiche, dopo quelle europee e statunitensi già colpite la scorsa settimana. A Lussemburgo si riuniscono i ministri del Commercio, per dare una linea comune all’Ue. A Palazzo Chigi il governo Meloni fa il punto e prepara il possibile viaggio della premier a Washington.
A cura di Luca Pons
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Non è una sorpresa: dopo il crollo delle borse europee (quella italiana in particolare) la scorsa settimana, oggi anche quelle asiatiche rispondono negativamente ai dazi imposti da Donald Trump. Giappone, Taiwan, Hong Kong e Cina hanno tutte registrato cali fortissimi nelle ultime ore, di fronte all'ipotesi di una guerra commerciale che blocchi gli scambi internazionali. Giù le azioni delle banche, delle aziende tech (Nintendo e Sony sono scese del 10%), dell'industria automobilistica e non solo. La scorsa settimana per i mercati europei era stata la peggiore dalla pandemia, ora nelle borse asiatiche si trovano perdite che ricordano la crisi finanziaria del 2008. Oggi, a Lussemburgo e a Roma si terranno dei vertici per individuare la risposta agli Stati Uniti.

Sia l'Italia che l'Ue sono decise, almeno inizialmente, a puntare su un negoziato diretto con il presidente Usa. Trump ha commentato i crolli delle borse finanziarie dicendo che "a volte bisogna prendere dei farmaci per curarsi", e in generale è sembrato pronto a usare i dazi come arma negoziale. È chiaro che a decidere sul futuro delle tariffe sarà solamente lui, dato che la sua amministrazione non fa che sottolinearlo: "Sarà una decisione del presidente Trump, più di cinquanta Paesi hanno  contattato l’amministrazione per abbassare le loro barriere commerciali", ha detto il segretario del Tesoro Scott Bessent. Ma "non è il genere di cose che si possono negoziare in giorni o settimane", ha aggiunto.

Il vertice a Lussemburgo per tenere unita l'Ue

A Lussemburgo si riuniranno i ministri del Commercio europei, per analizzare la situazione e tracciare una linea da seguire. Si dovrebbe discutere dei controdazi per rispondere alle prime tariffe statunitensi, quelle su acciaio e alluminio: la risposta europea dovrebbe partire il 15 aprile.

Sui dazi sull'automotive e soprattutto su quelli ‘reciproci' annunciati da Trump nel Rose Garden non c'è ancora chiarezza, invece. L'intenzione sarebbe di far partire la contromossa dell'Ue entro il 10 maggio, dando quindi un mese di tempo ai negoziati con Trump. Nel frattempo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sta incontrando gli industriali europei e prova ad allargare l'alleanza contro gli Usa: ieri ha chiamato il premier britannico Keir Starmer, oggi quello norvegese Jonas Gahr Store.

Al vertice di oggi si cercherà soprattutto di evitare divisioni tra i singoli Paesi europei. Anche perché non c'è ancora una posizione comune dell'Ue sui controdazi. Delle tariffe sono state minacciate, e potrebbero partire in misura ridotta già a breve, ma ci sono Stati (tra cui l'Italia, decisamente ‘morbida' nei confronti di Trump) che pensano che porterebbero più effetti negativi alle economie europee che benefici politici. Dall'altra parte, ad esempio, la Francia ha detto di essere pronta a una vera e propria "guerra commerciale".

Imporre dei controdazi servirebbe anche come strumento di negoziazione. In particolare, un settore sensibile per gli Stati Uniti che l'Europa potrebbe colpire è quello delle grandi aziende tecnologiche: potrebbe partire una tassa aggiuntiva che le colpisca (quindi non un dazio vero e proprio, ma comunque un costo in più per le imprese americane), insieme a controlli più approfonditi e sanzioni da parte dell'antitrust. La Spagna avrebbe proposto di usare i soldi incassati con i controdazi agli Usa per aiutare le aziende europee più colpite dalle tariffe.

Il possibile viaggio di Meloni a Washington

A Roma invece Giorgia Meloni riunirà a Palazzo Chigi nel pomeriggio i ministri dell'Economia Giorgetti, delle Imprese Urso, dell'Agricoltura Lollobrigida, degli Affari europei Foti, e in più i vicepremier Tajani e Salvini, con cui avrà anche un incontro riservato più tardi. Tra le ipotesi per i prossimi giorni c'è un viaggio a Washington della presidente del Consiglio, per incontrare direttamente Donald Trump. Questo potrebbe avvenire già la settimana prossima, prima che il vicepresidente JD Vance arrivi a Roma il 18 aprile.

Nulla è ancora stabilito per certo. Il viaggio potrebbe essere apprezzato dai vertici della Commissione europea, come occasione per cercare di ‘ammorbidire' Trump nei confronti dell'intera Ue (non c'è l'ipotesi, pur spinta dalla Lega, che la presidente del Consiglio cerchi di ottenere vantaggi solo per l'Italia). Ma alcuni Paesi, come Francia, Germania o Spagna potrebbero vedere la mossa di Meloni, non coordinata con i partner europei, come uno sgarbo diplomatico. In Europa si gioca anche un'altra partita per il governo italiano: quella per allentare i vincoli di bilancio, visto il periodo di difficoltà economica che si prospetta. Al momento però le trattative su questo punto sono solo in fase iniziale.

Ieri la premier ha ribadito che c'è la volontà di "mettere in campo tutti gli strumenti negoziali ed economici necessari per sostenere le nostre imprese". E domani proprio i rappresentanti delle imprese arriveranno a Palazzo Chigi, per portare le loro preoccupazioni a un governo che finora ha ostentato tranquillità di fronte ai dazi americani.

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