Papa Francesco è uno degli interpreti della nostra contemporaneità più ascoltati. È stato in grado di dare un segno netto al suo pontificato sulle grandi questioni che riguardano il futuro di tutti: la crisi climatica, la guerra, le disuguaglianze.
A leggere giornali, commenti, interviste, retroscena che riempiono i giornali in questi giorni sembra che i cosiddetti cattolici del Partito Democratico non abbiano mai letto le encicliche Lumen Fidei, Laudato Sì e Fratelli Tutti. Nei convegni paralleli di Milano e Orvieto lo spirito delle parole di Francesco non sembra essere di casa.
Elly Schlein ha preso il Partito Democratico nel suo momento più difficile, dopo una tornata elettorale che ha consegnato il paese al governo più di destra della storia repubblicana, con le opposizioni divise e un partito in crisi di consensi e di identità.
Oggi il PD forse non sta benissimo, ma sta sicuramente molto meglio. La segretaria ha costruito un profilo politico meno ondivago, ha affrontato gli appuntamenti elettorali riportando diverse vittorie, non si è fatta intrappolare nell'eterno dibattito sul campo largo esercitando il ruolo naturale del PD, quello di baricentro di una coalizione progressista.
I cattolici e i moderati del partito lamentano una mancanza di dibattito interno. Si lamentano in sostanza del fatto che la segretaria che ha vinto, e che ha messo fine all'emorragia di consensi dei dem, abbia imboccato la strada promessa, con una revisione politiche che hanno portato al disastro del 2022. Ha insomma virato a sinistra, gradualmente e con grande attenzione a tutelare l'unità del suo partito.
A Orvieto e Milano si ascolta invece la litania di sempre.
"Si vince al centro", quando una società sempre più polarizzata indica che si vince a sinistra o a destra.
"Anche in Italia serve una maggioranza Ursula", quindi governare con Forza Italia e Fratelli d'Italia?
"La sicurezza non è un tema di destra", ma basta, pietà, ancora? Come si può dire questo mentre il governo si appresta a varare un Ddl Sicurezza che ci porta dritti dritti alla svolta autoritaria, non per dire ma davvero.
Il sostegno ai governi tecnici, le larghe intese, la passione idolatrica per Mario Draghi, sono stati la tomba del Partito Democratico, trasformato nel guardiano di scelte impopolari e di una politica ridotta a tecnocrazia.
Tante cose si possono rimproverare a Elly Schlein. Le scelte comunicative, i silenzi, la difficoltà a rispondere ad alcune domande. Quello che non le si può rimproverare è di aver intrapreso una traiettoria vincente (anche se vincere le elezioni è un altro paio di maniche) e di stare facendo quello che aveva promesso: discontinuità, autocritica, messa in discussione di alcune scelte operate dai governi del centrosinistra.
La segretaria vuole parlare di lavoro e sanità. Vuole parlare solo ed esclusivamente dei temi che "interessano le persone", delle "difficoltà delle famiglie". E se la ricetta per trasformare proposte e dichiarazioni in una connessione sentimentale forse ancora non è stata trovata, è sempre meglio procedere per tentativi su questa strada che tornare indietro sulla via che ha segnato la rovina del PD.
È vero, al Partito Democratico servono i cattolici, quelli disposti a mettere in politica la teologia di Papa Francesco.