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I centri per migranti in Albania voluti dal governo Meloni dovranno aprire entro il 20 maggio

La scadenza è indicata nel testo di un bando pubblicato dalla prefettura di Roma: i centri migranti previsti dall’accordo Italia-Albania dovranno essere operativi entro il 20 maggio, a poco più di due settimane dal voto per le elezioni europee.
A cura di Luca Pons
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"L’avvio dell’operatività" dei centri migranti costruiti in Albania che saranno gestiti dalle autorità italiane è "prevista non oltre il 20 maggio 2024". Lo riporta un bando, pubblicato dalla Prefettura di Roma il 21 marzo (e in chiusura già il 28 marzo) che è il primo atto tecnico che riporta una data ufficiale per l'avvio del protocollo Italia-Albania sull'immigrazione. Il patto, promosso dal governo Meloni e duramente contestato dalle opposizioni, prevede che sul territorio albanese si costruiscano delle strutture per accogliere persone migranti richiedenti asilo soccorse in mare dalle autorità italiane.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva detto che l'intenzione era di far partire i centri in primavera – poco prima delle elezioni europee di giugno – e le tempistiche riportate sul bando rispettano queste scadenze, almeno sulla carta. Per il momento manca ancora una pronuncia della Corte europea di giustizia che potrebbe obbligare a un passo indietro, come avvenuto già per la regola della cauzione di 5mila euro chiesta a chi entra in Italia. Ma la sentenza con tutta probabilità arriverà solo tra alcuni mesi.

Il bando è rivolto a chi intende prendere in gestione i centri migranti, e scadrà tra pochi giorni. Tempi accelerati, insomma, per un progetto che vale oltre 16 milioni di euro all'anno. Nelle schede allegate al bando di gara ci sono tutte le informazioni tecniche necessarie sul funzionamento delle strutture: i pasti, gli indumenti e la biancheria, il servizio di smaltimento rifiuti e tutti gli altri aspetti logistici. Per strutture che, a quanto risulta, non sono ancora nemmeno in costruzione.

I centri, a quanto si deduce dal bando, saranno tre. A Shengjin, in prossimità del porto, ci sarà un hotspot utilizzato solamente per lo screening sanitario iniziale e la raccolta delle domande di asilo, senza la possibilità di trascorrere lì la notte. Le altre due strutture saranno nell'entroterra, a Gjader. Nella prima, che sulla carta dovrebbe fornire non solo i servizi più essenziali ma anche assistenza legale e psicologica, ci saranno al massimo 880 posti. Sarà il centro dove le persone migranti dovranno aspettare la risposta alla loro domanda d'asilo, in teoria per un massimo di 28 giorni (anche se questa procedura ‘accelerata' è ancora da mettere alla prova). L'ultima struttura, infine, è il Cpr vero e proprio. Qui saranno trasferite le persone che devono essere rimpatriate, e ce ne staranno fino a un massimo di 144.

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