I bonus fiscali valgono il 4% del Pil, i conti del report del Senato: “Perdite di gettito consistenti”
Le agevolazioni fiscali – tra bonus, crediti di imposta, detrazioni e deduzioni – pesano circa il 4% del Pil. A metterlo nero su bianco è un rapporto dell'Ufficio valutazione impatto (Uvi) del Senato, che sottolinea come "le frequenti e rilevanti deviazioni dal regime fiscale "normale" contribuiscano ad aumentare la complessità del sistema e a ridurne la trasparenza, a fronte di perdite di gettito consistenti, cioè del 4% del Pil".
Il dossier sottolinea che per tax expenditures si intenda "qualunque forma di esenzione, esclusione, riduzione dell'imponibile o dell'imposta ovvero regime di favore derivante dalle norme in vigore". Secondo il rapporto del 2022 della Commissione queste sono ben 740, di cui 626 misure relative a tributi erariali e 114 relative a tributi locali. Il trend, si legge ancora, è in crescita: basti pensare che nel 2016 le tax expenditures erano 610, oltre un centinaio in meno di quelle in vigore l'anno scorso. E se le agevolazioni locali sono diminuite, quelle erariali sono aumentate del 41%.
"La perdita di gettito per le sole misure erariali quantificabili supera gli 82 miliardi, +72% rispetto al 2016", afferma il dossier. Per poi aggiungere che solo "nel 2021 sono state modificate o prorogate misure introdotte in anni precedenti con effetti negativi sul gettito superiori ai 23 miliardi" e che "si tratta sostanzialmente di spese fiscali riferibili al patrimonio edilizio e in misura minore all'agevolazione di beni strumentali".
L'Uvi non evidenzia solo un problema di quantità, ma anche di trasparenza. Infatti le informazioni sul numero di beneficiari rispetto a queste esenzioni o riduzioni sono limitate ad appena un quinto delle spese fiscali totali (il 15% in meno rispetto al 2017). "Per quasi l'80% delle misure è difficile svolgere analisi complete", si legge ancora.
Infine il documento afferma che "le spese fiscali tendono ad avere nel nostro Paese un carattere non sistemico e una natura alquanto frammentata". Un giudizio del quale il governo, che si prepara ad addentrarsi nel merito della riforma fiscale, dovrà tenere conto.