I beni sequestrati agli oligarchi russi pesano sulle casse dello Stato: la strategia del governo
Il governo ha sequestrato ville e yacht agli oligarchi russi, come previsto dalle sanzioni per l'aggressione dell'Ucraina. Ma ora si trova a dover pagare i costi di manutenzione di questi beni e sono cifre decisamente elevate. Da Palazzo Chigi si ragiona su come intervenire sul decreto che disciplina questo tipo di confische e sanzioni, in modo da non ribaltarne l'effetto andando a pesare sulle casse dello stato più che sulle tasche della cerchia di Vladimir Putin.
A fare un po' di conti è il Sole 24 Ore, che ricorda come siano stati "congelati" beni in Italia per 953 milioni di euro, tra ville di lusso e yacht. Ora il governo, per non farsi carico dei costi da capogiro per la manutenzione, potrebbe far valere il diritto di ritenzione. In questo modo si conferirebbero decisamente più poteri all'Agenzia del Demanio beni nell'amministrazione di ville e yacht, aprendo anche alla vendita o all'affitto.
Si sta parlando di beni come la villa da 17 milioni di euro in Costa Smeralda del miliardario Alisher Usmanov o lo yacht da 140 metri, che di milioni ne vale 530, di Andrey Melnichenko. Secondo la normativa, al termine della misura di "congelamento" il bene deve essere restituito nelle condizioni in cui era al momento del sequestro. E a quel punto sarebbero gli oligarchi a dover saldare il conto delle spese sostenute dal governo nel frattempo. Ma se non si arrivasse a una soluzione, le spese resterebbero tutte a carico dello Stato.
Intanto, il presidente statunitense Joe Biden, ha proposto di utilizzare i beni sequestrati agli oligarchi per finanziare la ricostruzione dell'Ucraina. In questo modo anche negli Stati Uniti si semplificherebbero le procedure di confisca dei beni. Qualche settimana fa la Commissione europea aveva fatto sapere che fossero stati congelati beni agli oligarchi russi per un totale di quasi 30 miliardi di euro.