Così, non me l'aspettavo neanche io. L'intero blocco elettorale del primo partito italiano non si sente antifascista e lo ha rivendicato di fronte alla mia telecamera, compresi i piani altissimi del partito. La seconda carica dello Stato Ignazio La Russa non è un caso, evidentemente, quando mi indica alla sua scorta dicendo loro "per favore, cacciate via quest'imbecille".
Le eccezioni antifasciste sono state davvero poche, meno di coloro che hanno rivendicato esplicitamente "sono fascista", eppure l'applicazione della Costituzione italiana non dovrebbe essere un'eccezione. Neanche da quelle parti, a maggior ragione se rappresentano il primo partito di governo.
E invece la parola “antifascista”, ad Atreju, è ancora considerata provocatoria. Eppure dal fascismo storico sono passati 80 anni, ma la fatica della condanna è apparsa ancora improba per quasi tutti i presenti. Fiuggi è passata, ma qualcuno (tanti) non se ne sono accorti. Quasi nessuno dei simpatizzanti, dei militanti Atreju 2024, ce l'ha fatta a usare parole nette per condannare la dittatura fascista, tra l'altro l'unica che abbiamo avuto in Italia. Molti hanno risposto: "Prima di tutto mi dichiaro anticomunista", scordando che i comunisti, in Italia, hanno contribuito in modo determinante sia alla liberazione dell'Italia (dalla dittatura fascista), sia a scrivere la Costituzione italiana insieme a tutte le altre forze politiche, esclusi i fascisti, non a caso.
Quasi tutte le persone che ho intervistato, hanno addirittura rivendicato con orgoglio il loro "non essere antifascisti". Senso d'appartenenza diretto, rivendicato, verso un mondo che guarda da un'altra parte, sicuramente non da quella dell'antifascismo.
E molte parole dette per evitarne altre, come le definizioni "patriota" o "conservatore", utilizzate in forma rivisitata. Perché ricordiamolo: anche le partigiane e i partigiani italiani erano patrioti e – loro sì – hanno lottato per l'Italia, liberandola dall'invasore nazifascista. Oggi di quella parola si sono invece appropriati i nostalgici di quel periodo, e ne hanno fatta una bandiera al posto di altre che pubblicamente non possono più usare, troppo compromesse, ad esempio la pura e semplice dizione "sono fascista"; se pure qualcuno la usa ancora, eccome se la usa, anche alla festa di Atreju 2024, pure di fronte alla mia telecamera. E lo fa rivendicandola insieme ai tatuaggi sul braccio e alle immagini nostalgiche in tasca, come se tutto il resto non fosse già abbastanza.
Fratelli d'Italia ha usurpato la parola "patrioti" ai partigiani italiani, come del resto aveva già fatto con lo stesso nome della festa: Atreju. Un mondo immaginario, senza confini, dove addirittura specie diverse collaborano tra loro. In pratica il famoso libro somiglia più al comunismo di Marx, che al "non siamo antifascisti" di Fratelli d'Italia.
Addirittura, quel periodo macabro e dittatoriale chiamato fascismo, durante la festa, è stato paragonato “al proprio padre, che non si può rinnegare neanche volendo”, neanche quando a quel fan di Atreju nomino i campi di sterminio. E per chiarezza (come se non fosse già sufficientemente, troppo chiaro), la stessa persona ha poi aggiunto: “Non si può rinnegare il padre, neanche volendo, e in ogni caso io non lo faccio”. Ah, complimenti.
Ad Atreju non è stata soltanto una questione di militanti: la prima persona che ho incontrato alla festa è stata Giovanni Donzelli, braccio destro di Giorgia Meloni, deputato e responsabile nazionale dell'organizzazione di Fratelli d'Italia. L'imprinting me l'ha dato lui: "Secondo me di antifascisti, qui, ne troverai pochi". Ha avuto ragione lui.
L'aria respirata alla festa di Atreju 2024 non era quella di chi voleva ripulirsi, o mostrarsi europeo, finanche mangari costituzionale. Era il volto di chi pensa sia possibile scindere il fascismo dalle leggi razziali o dall'entrata in guerra al fianco di Adolf Hitler. Come se il fascismo non fosse sempre stato il prodotto dell'esercizio della violenza. Perché ricordiamolo: il fascismo è salito al potere con la violenza, potere che poi è riuscito a mantenere continuando a esercitare violenza verso i civili e contro gli altri Stati, con le colonie e poi con la guerra. Per questo, oggi, continua a essere particolarmente grave non dichiararsi antifascisti, perché come diceva Sandro Pertini "il fascismo non è una fede politica, ma l'antitesi di tutte le fedi politiche, perché mira alla loro distruzione".
Essere antifascisti significa invece poter discutere, anche animatamente, ma essere in ogni caso liberi e libere di esercitare il proprio pensiero.
Per questo sono andato ad Atreju, perché la libertà è un esercizio quotidiano, non un inciampo nella Storia.