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Ha vinto Matteo Salvini

Ha vinto Matteo Salvini, ha vinto battendo tutti i suoi alleati passati e presenti.
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Ha vinto Matteo Salvini. Ha vinto perché era l'unico che in questa partita non poteva perdere. Tutte e tre le ipotesi sul tavolo l'avrebbero "incoronato" vincitore: nel caso di una coalizione centrodestra – Pd, guidata da Giorgetti, sarebbe riuscito nell'impresa di avere il primo Presidente del Consiglio leghista della storia repubblicana; nel caso di accordo con il M5s si sarebbe imposto come deus ex machina della coalizione (i punti cardine del cosiddetto "contratto" erano di chiara matrice leghista); il terzo scenario, quello delle prossime ore, ovvero del ritorno alle urne, sarà uno scenario in cui il leader Lega sarà candidato sull'onda dell'enorme crescita nei sondaggi del suo partito che potrà liberarsi della "zavorra" Forza Italia e ambire a essere il primo movimento d'Italia.

Una partita a scacchi condotta contro il Quirinale, in primis, ma soprattutto contro gli alleati passati e presenti. Perché Matteo Salvini non ha mai, davvero, avuto voglia di permettere la nascita di un esecutivo. Ha capito, fin dai primi sondaggi post 4 Marzo, che il consenso per la Lega era in forte espansione. Una posizione di vantaggio che gli ha permesso di forzare sul nome di Savona come Ministro dell'Economia, arrivandoci dopo aver acconsentito alla rinuncia di Claudio Borghi, esponente di spicco della Lega. Una tattica per la quale ha dato l'impressione di aver fatto un passo indietro quando, in realtà, ne stava facendo due avanti guadagnando consenso sia nell'elettorato M5s sia in quello Forza Italia. In altri termini Salvini perdendo la poltrona di Ministro degli Interni rischia di guadagnare quella di Presidente del Consiglio.

Uno scenario incredibile solo pochi mesi fa e che, ora, rischia di concretizzarsi in barba agli analisti che prevedevano il ritorno di Berlusconi (al quale noi di Fanpage non abbiamo mai creduto). La bocciatura di Savona consentirà al Matteo da Milano di portare avanti una campagna conto "i poteri forti, l'Ue, la Merkel etc…" che avrebbero fermato il "governo della rivoluzione" quello del "popolo" che si ribella alle "élite". L'ha ripetuto fino allo sfinimento, anche mentre Conte rimetteva il mandato nella mani del Presidente della Repubblica: "basta essere schiavi".

La sua retorica e la sua strategia hanno vinto: erano questi i "pop corn" che Renzi voleva?

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Ex direttore d'AgoraVox, già professore di Brand Strategy e Comunicazione Pubblicitaria Internazionale presso  GES -  Grandes Écoles Spécialisées di Parigi. Ex Direttore di Fanpage.it, oggi Direttore di Deepinto.
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