Guerra in Ucraina, Salvini contro Draghi: “Fatico ad applaudirlo, le armi non sono mai la soluzione”
Matteo Salvini è contento del discorso del presidente ucraino Zelensky al Parlamento italiano, meno della risposta di Mario Draghi. È stato un intervento forte, quello del presidente del Consiglio, concluso spiegando che "di fronte ai massacri dobbiamo rispondere con gli aiuti, anche militari, alla resistenza". Parole che al leader della Lega, evidentemente, non sono piaciute: "Ho apprezzato le parole di Zelensky che sono parole di pace", ha sottolineato subito dopo gli interventi, mentre per quanto riguarda Draghi è stato chiaro: "Quando si parla di armi non riesco a essere felice". E ha insistito: "Chiedo che la diplomazia riprenda il suo spazio".
"Speriamo che questa giornata porti consiglio a tutti – ha sottolineato ancora Salvini – le armi non sono la soluzione". Il leader della Lega ha anche detto di augurarsi che "le parole di Zelensky vengano raccolte da Mosca e dall'Occidente". Perché "non vorrei che altri pensino alla risposta armata, che vuole inviare militari italiani o europei e che finisce che ci portiamo la guerra a casa". E ancora: "Le parole di Zelensky sono state parole di dialogo. Sento in giro troppi parlare con facilità di armi, bombe, missili".
Poi il senatore leghista ha spiegato: "Abbiamo sostenuto una posizione unitaria, ma per me la risposta militare è una risposta sbagliata". E invece vanno "bene le sanzioni, purché non ricadano sulla povera gente". Secondo Salvini "prendersela con gli oligarchi e con gli uomini di potere è la strada giusta". Poi ha difeso il suo collega, il senatore Pillon, che non era presente in Aula perché "a Londra per lavoro", anche se aveva annunciato che non ci sarebbe stato comunque: "Giudico tutti i gruppi". E infine ha parlato dei profughi: "Aiutare il popolo ucraino a difendersi è fondamentale, sostenere la battaglia di libertà e di vita e accogliere profughi veri e non finti a cui siamo abituati, è sacrosanto".