Guerra in Ucraina, il ministro Guerini: “Inviamo le armi per difesa, ma serve sforzo diplomatico”
L'invio delle armi in Ucraina prosegue, dall'Italia così come dal resto dell'Occidente. Nonostante le perplessità sollevate da alcuni partiti – il Movimento 5 Stelle su tutti, ma anche la Lega – l'approccio italiano alla guerra scatenata dalla Russia continua a essere quello del sostegno militare al popolo aggredito. Allo stesso tempo, però, è necessaria una svolta diplomatica per evitare che si prosegua su un terreno di escalation. Su questo sono bene o male tutti d'accordo, compreso il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che è stato intervistato al giornale radio di Rairadio1: "Il Parlamento è stato molto chiaro – ha detto – l'invio di armi è finalizzato a consentire all'Ucraina di difendersi e di difendere la sua popolazione dall'aggressione russa".
In questo senso il nuovo invio di armi non è altro che "la prosecuzione del nostro impegno così come indicato dal Parlamento". Poi ha aggiunto: "Vorrei essere chiaro, questo impegno non può essere disgiunto dal lavoro e dallo sforzo che stiamo facendo insieme agli altri Stati europei". E ha sottolineato ancora: "Lo sforzo diplomatico per raggiungere il cessate il fuoco e per avviare i negoziati".
Nel frattempo il contingente di militari italiani continua ad aumentare ai confini della Nato: "Per quanto riguarda l'impegno sul fianco Est siamo già presenti in Lettonia e in Romania, si aggiungerà un ulteriore impegno insieme ai Paesi alleati sul fianco Sud-Est – ha spiegato il ministro della Difesa – Ovvero in Ungheria e in Bulgaria". Poi ha chiarito: "Questo impegno sarà maggiormente dettagliato nella delibera missioni che porteremo in Consiglio dei ministri nelle prossime settimane".
Durante l'intervista Guerini ha commentato anche la vicenda della festa degli Alpini: "Da parte nostra non può essere sottovalutato ciò che è stato denunciato – ha sottolineato il ministro – bisogna dire con molta chiarezza che non ci deve essere nessuna tolleranza". Poi ha spiegato che "ci sarà un'attività di indagine da parte delle autorità competenti" ma ha aggiunto: "Credo che il mondo degli Alpini debba avere e ha gli anticorpi per respingere comportamenti di questo tipo".