Guerra in Ucraina, Generale Graziano: “Tornati indietro di 70 anni, Putin non si fermerà al Donbass”
Il generale Claudio Graziano, presidente del Comitato militare dell'Ue, ha risposto alle domande di Fanpage.it sugli sviluppi della guerra in Ucraina, e in particolare sulla fase due del conflitto. Secondo l'ex capo di Stato maggiore della Difesa italiana "Siamo arrivati a un momento in cui la difesa comune europea non è più rinviabile", ha detto durante l'incontro "Verso un'Unione europea per la difesa", che si è tenuto questa mattina al Tempio di Adriano a Roma."L'Europa spende già 230 miliardi di euro ma devono essere aumentati, non li spende bene perché sono divisi in mille rivoli e ci sono delle inefficienze, devono essere aumentati anche perché siamo di nuovo dentro un fenomeno che si chiama guerra", ha aggiunto.
"L'Esercito comune europeo è un'idea che abbiamo perseguito per decenni, finalmente anche per effetto della crisi in Ucraina c'è una spinta realizzativa – ha detto ai microfoni di Fanpage.it – Il primo nucleo di 5mila militari, capace di operare in tutte le dimensioni, terra, mare e cielo, dovrà essere operativamente pronto nel 2025. Il livello di ambizione è molto più ampio", si parla di "60mila militari che possono operare a 7mila chilometri. Ci vorrà ancora qualche anno".
Come sta andando la fase due della guerra in Ucraina
La fase due dell'invasione russa in Ucraina è già cominciata, e i russi hanno variato i loro obiettivi, concentrando le operazioni sul Donbass: "La negoziazione in questo momento sembra lontana, perché nessuno vuole trattare la resa incondizionata dell'Ucraina. Parliamo di una negoziazione di pace che si fa quando cessano le armi. E quindi in questo momento è importante che gli ucraini ricevano le armi necessarie per resistere ai russi, per cercare di vincere in qualche modo questa guerra, o quantomeno di non perderla, di mantenere le esigenze dell'autodeterminazione e poi sedere al tavolo delle trattative in modo equo".
A quel punto Putin si accontenterà dell'annessione della Crimea e dell'indipendenza delle repubbliche del Donbass? Per il generale Graziano "Putin è partito con l'idea di occupare l'Ucraina con un governo fantoccio. L'Ucraina è una tappa dell'espansionismo russo, che è Bielorussia, che è Georgia, che è Siria, Africa sahariana, Centrafica, Mali, Libia. Quindi lui non si accontenterà finché non avrà raggiunto l'obiettivo. Può darsi che, tenuto conto della situazione e delle perdite, decida di dichiarare la vittoria con questo. Ma non finiranno le guerre, perché si è scavato un solco di mancanza di fiducia, siamo tornati indietro di 70 anni a una situazione pre Guerra Fredda. Anche la Finlandia e la Svezia stanno entrando nella Nato, è una situazione che si trascinerà. Quindi nel lungo termine no, penso che Putin non si accontenterà".
Verso un attacco russo a Odessa?
Il generale Graziano non esclude che la prossima mossa di Putin possa essere dirigere le proprie forze armate contro Odessa, città portuale sul Mar Nero, nel sud dell'Ucraina. "In questo momento loro vogliono completare la fase prendendo tutto il Donbass, e hanno già preso il controllo del Mare d'Azov. L'attacco a Odessa sarebbe la terza fase. Sarebbe un aumento ulteriore della tensione che comporterebbe ulteriori armi all'Ucraina. Anche armi molto più sofisticate e forse non più soltanto armi di origine russa. Può darsi che gli strateghi russi abbiano in mente Odessa. Credo che l'ordine di Odessa non sia ancora stato dato perché implica dei rischi davvero superiori", ha spiegato a Fanpage.it.