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Guerra in Ucraina

Guerra in Ucraina, ecco le armi e i militari che l’Italia invierà

Oggi il Consiglio dei ministri varerà nuove misure per fornire aiuti al popolo ucraino. Le misure comprendono la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari a Kiev.
A cura di Annalisa Cangemi
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Quinto giorno di guerra in Ucraina, ancora sotto attacco della Russia. Oggi il Consiglio dei ministri si riunirà nel pomeriggio per varare un nuovo decreto, che conterrà nuove disposizioni per fornire aiuti a Kiev. Sarà la Nato a occuparsi della consegna materiale. In particolare si tratta di cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative ucraine, misure che integreranno quelle già varate con il decreto dello scorso 25 febbraio.

Nel provvedimento già approvato venerdì ha già stanziato 12 milioni di euro per la fornitura di materiale bellico, tra cui giubbotti in kevlar, elmetti in kevlar, metal detector portatili, robot per lo sminamento, materiale che verrà portato a destinazione dalla Nato.

Il governo italiano intende inoltre approvare anche una norma che consenta al nostro Paese maggiore flessibilità nell'uso delle diverse sorgenti di energia elettrica, in caso di carenza di forniture di gas, visto che l’importazione dalla Russia è pari a circa il 45% del fabbisogno nazionale. Anche se il Ministero della Transizione Ecologica assicura che in questo momento non c'è alcuna situazione di emergenza.

Per quanto riguarda le armi che il governo italiano manderà a Kiev ci sono centinaia di missili Stinger antiaerei e missili Spike controcarro e migliaia di mitragliatrici Browning, mitragliatrici Mg e munizioni. Gli armamenti saranno ceduti "alle autorità governative ucraine", come è specificato nel decreto, che è già pronto. La Nato organizzerà quindi un ponte aereo per trasferire le armi fino alla frontiera, per poi consegnarle con un convoglio terrestre.

Il provvedimento, messo nero su bianco dal ministero della Difesa, fa riferimento agli articoli 3 e 4 del Trattato del Nord Atlantico, che consente agli Stati "di resistere a un attacco armato" agendo insieme "ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata". Uno scenario che si sta verificando in questi giorni in Ucraina, e per questo motivo ogni Paese sta fornendo armi a Kiev.

L'Italia è stata tra i primi Paesi Ue a chiudere lo spazio aereo alla Russia, misura presa poi da tutta l'Unione europea. Il presidente del Consiglio Draghi ieri si è espresso a favore del pacchetto di misure Ue contro Mosca: "L'Italia dà il suo pieno e convinto appoggio al pacchetto di misure contro la Federazione Russa presentato oggi (ieri ndr) dalla Commissione Europea. L'aggressione dell'Ucraina è una minaccia per tutta l'Europa", che "deve reagire con la massima fermezza". Oggi, come anticipato da Il Foglio, anche l'Italia chiederà ai cittadini di lasciare la Russia.

L'Italia invia i suoi soldati

Ci sono 1.350 militari italiani in partenza per l'Ungheria e la Romania. Si tratta dei nuclei speciali, cioè lagunari, paracadutisti, alpini, incursori del Comsubin. Fino al 30 settembre verranno messi a disposizione della Nato per la missione nell’est Europa poco meno di 4.000 soldati. Saranno inviati in Lettonia, per rafforzare la ‘Baltic Guardian', dove ci sono già 240 militari; in Romania, dove saranno 12 gli aerei schierati e circa 130 gli uomini; nel Mediterraneo orientale, dove ci sono 235 unità di personale, due navi e un aereo che sorveglia anche il Mar Nero. Il costo dell'operazione sarà di 154 milioni di euro, ma se il conflitto dovesse proseguire le missioni potrebbero essere rifinanziate

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