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Guerra in Ucraina

Guerra in Ucraina, Draghi racconta la telefonata con Putin: “Nessuno spiraglio di pace”

Il presidente del Consiglio ha raccontato in una brevissima conferenza stampa i contenuti della telefonata con Putin: “Ho chiesto di sbloccare il grano, mi ha risposto che i porti ucraini sono minati”. Ora Draghi chiederà a Zelensky di sminarli, ma con la garanzia che la Russia non li attaccherà. Poi ha aggiunto: “Se ho visto spiragli per la pace? La risposta è no”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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In una conferenza stampa flash – praticamente un quarto d'ora in tutto comprese le tre domande – Mario Draghi ha raccontato la telefonata con il presidente russo Putin di questo pomeriggio. È stato il presidente del Consiglio a chiamarlo, con un obiettivo: sbloccare il grano nei depositi in Ucraina, perché "la crisi alimentare che si sta avvicinando e in alcuni Paesi africani è già presente avrà proporzioni gigantesche e conseguenze umanitarie terribili". Secondo il capo del Cremlino, però, non basterebbe sbloccare i porti per fermare la crisi alimentare. Draghi ha risposto: "Però cominciamo da qui, anche perché il rischio è che quel grano marcisca". Allora "Putin ha detto che i porti sono stati minati dagli ucraini", ha spiegato il presidente del Consiglio. Ovviamente sono stati minati per proteggerli da attacchi delle navi russe.

"Non abbiamo esplorato a lungo la questione delle garanzie – ha detto Draghi – ma comunque c'è stata una disponibilità a procedere su questa direzione. Ho terminato dicendo che poi chiamerò il presidente Zelensky". L'obiettivo è capire se Kiev è disposta a un accordo che comprenda, però, lo sminamento dei porti ucraini nel mar Nero. "È un'iniziativa che ho sentito di prendere – ha continuato il presidente del Consiglio – Putin mi ha detto che la crisi alimentare è colpa delle sanzioni, perché la Russia non può esportare il grano e se le sanzioni fossero tolte il problema sarebbe risolto, naturalmente le sanzioni sono lì perché la Russia ha invaso l'Ucraina". Poi, ha raccontato ancora Draghi, "ha parlato esclusivamente lui su un piano generale".

Poi, rispondendo alle domande, ha aggiunto: "Se ho visto spiragli per la pace? La risposta è no". Quanto al gas Putin "ha detto che continuerà con le forniture, a parte per Paesi come Finlandia e Bulgaria". Poi Draghi ha spiegato che parlerà della questione del grano e della telefonata con Putin al Consiglio Ue straordinario di Bruxelles la prossima settimana. Ma ha avvisato: "Potrebbe finire tutto nel nulla, è un tentativo che ho fatto senza certezza che possa andare a buon termine. La gravità della situazione ci impone di rischiare. Da parte di tutti c'è la consapevolezza della posta in gioco che è la vita di milioni di persone".

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