Guerra in Ucraina, Crosetto: “Non ci faremo intimidire da Putin, abbiamo deciso da che parte stare”
Quello che il governo pensa sul conflitto in Ucraina e sulla collocazione internazionale dell'Italia all'estero lo ha detto esplicitamente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo discorso programmatico pronunciato alla Camera martedì. La linea è chiara: ancorati alla Nato e all'Europa e vicini a Kiev. "Sbaglia chi crede che sia possibile barattare la libertà dell'Ucraina con la nostra libertà. Cedere al ricatto di Putin non risolverebbe il problema", ha scandito la premier in Aula. Una posizione che viene ribadita dal ministro della Difesa e suo braccio destro, Guido Crosetto, che in un'intervista a La Stampa oggi afferma: "Non ci faremo intimidire", anche di fronte a un eventuale innalzamento della tensione Roma e Mosca.
"Ci sono momenti nella storia in cui occorre schierarsi senza se e senza ma, anche se non è facile, anche se la scelta ti lascia l'amaro in bocca – dice Crosetto – In questo caso, l' amaro vietare le sanzioni di ritorno che ci penalizzano. E questo è uno di quei momenti storici. Non è immaginabile di cedere al ricatto della Russia. E neanche ci converrebbe".
Sul posizionamento atlantico della premier e della maggioranza "si sbagliavano", sottolinea Crosetto, che torna quindi sulle polemiche innescate dagli audio di Silvio Berlusconi, in cui il leader di Forza Italia sembrava in qualche modo giustificare l'invasione di Putin. Ieri però in Aula l'ex premier ha ribadito la sua piena adesione ai valori della Nato e dell'Occidente, anche per allontanare ogni dubbio su divisioni e contrasti nella coalizione in politica estera e dare un segnale di vicinanza alla presidente del Consiglio.
Secondo Crosetto "oggi si fanno scelte che peseranno sui prossimi decenni. Questo governo nasce con l'ambizione di guardare lontano, non alla prossima settimana o prossimo mese. E penso che sulla politica estera e di difesa questo governo si muoverà assolutamente compatto".
Per quanto riguarda le esercitazioni Nato in Adriatico e anche sul fatto che si fronteggiano le flotte come durante la Guerra Fredda, Crosetto afferma che "è da almeno 20 anni che si parla della centralità del Mediterraneo, per traffico di merci, rotte dell'energia, cavi per telecomunicazioni. Da ultimo anche per i traffici dei nuovi commercianti di schiavi. È per questo motivo che la difesa ha investito nella Marina Militare". E aggiunge: "Sono 12 anni che mi occupo di difesa da più punti di vista: dal ministero, dal Parlamento, dall'industria. Conosco bene i problemi. Chi come Conte o Licheri, parla di conflitti, non sa di che cosa parla. Chi si occupa di industria della Difesa, ha un mandato dagli Esteri e dalla Difesa. Si viaggia assieme ai ministeri, ai sottosegretari, ai capi di Stato Maggiore, accompagnati dai servizi. Si è un pezzo dello Stato, senza esserlo. E così mi sono considerato fino ad oggi: al servizio dello Stato, senza esserne parte. Oggi ho lasciato ogni mia attività privata e lavorerò solo per lo Stato".