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Guerra di cifre sull’Imu: ora si pensa ad una stangata sui villini

Ancora braccio di ferro sull’Imu, con il ministro Saccomanni che per ora resiste al pressing del Pdl. E intanto si pensa a colpire i “villini” con un inasprimento della tassazione.
A cura di Redazione
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Per ora siamo alle indiscrezioni, ai retroscena ed alle ipotesi. Come per il rinvio dell'aumento Iva l'unica certezza è data dal solito ritornello ripetuto da Saccomanni (e non solo): "Stiamo lavorando per trovare le coperture, non sarà semplice". In effetti, sulla tanto decantata rimodulazione dell'Imu è da tempo in corso una vera e propria partita a scacchi fra la componente di maggioranza che fa riferimento al Popolo della Libertà ed il fronte dei "realisti", capitanati dal ministro Saccomanni. Uno scontro che è cresciuto di intensità dopo i rilievi del Fondo Monetario Internazionale sulla necessità di mantenere la tassazione sugli immobili, con tanto di risposte piccate dei berlusconiani, che non hanno mancato di accusare, più o meno direttamente, lo stesso ministro Saccomanni.

Ma tant'è, polemiche a parte, il lavoro dei "tecnici" va avanti, con l'obiettivo di presentare al Consiglio dei ministri un progetto articolato e coerente con le "regole di ingaggio" (leggasi saldi invariati) entro e non oltre la pausa estiva (che anche quest'anno rischia di essere particolarmente breve). Tutto sommato le strade, come racconta Repubblica, si riducono sostanzialmente a due: aumento della detrazione a 600 euro, oppure pagamento dell’Imu non solo per le case di lusso (come è adesso) ma anche per i cosiddetti villini, 1 milione e 300 mila abitazioni a schiera o bifamiliari.

Un compromesso che consentirebbe di alleviare la "sofferenza" delle famiglie che hanno abitazioni di valore basso – medio ma allo stesso tempo di non rinunciare ad un gettito che si avvicina ai 2 miliardi di euro per quanto riguarda le abitazioni di valore medio – alto e, appunto, i cosiddetti villini. Resta ovviamente da capire se Saccomanni troverà la quadra, perché stando alle prime valutazioni, sembrerebbe che le proposte del Popolo della Libertà non abbiano la necessaria copertura finanziaria. E questa, Fmi o meno, resta la vera conditio sine qua non.

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