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Grillo pubblica un’autointervista: “Con Conte non ci sciogliamo, ma ripartiamo da azione politica diversa”

Beppe Grillo rinnova la fiducia al leader del M5s Giuseppe Conte: “Come si fa ad avere un cattivo rapporto? Ci ho provato ma non ci sono riuscito: non si scompone mai, ogni parola si scioglie… Siamo d’accordo, però, che non vogliamo scioglierci anche noi”, ha scritto nel suo blog, in un’autointervista dal titolo “Intervista a me stesso”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo le bacchettate e la tirata d'orecchie, arrivata subito dopo il magro risultato ottenuto dal M5s alle elezioni europee, Beppe Grillo aggiusta il tiro, e rinnova la fiducia al leader del Movimento, l'ex premier Giuseppe Conte.

"Come va il tuo rapporto con Conte?", è la domanda che Grillo si pone in questa autointervista, pubblicata sul suo blog, con il titolo" "Intervista a me stesso". "Ottimamente. E il tuo con te?" "Non scherziamo…". Con il leader del M5S Giuseppe Conte "come si fa ad avere un cattivo rapporto? Ci ho provato ma non ci sono riuscito: non si scompone mai, ogni parola si scioglie… Siamo d’accordo, però, che non vogliamo scioglierci anche noi", ha scritto ancora il fondatore del Movimento, che spiega cosa faranno insieme: "Hai notato che il simbolo dell’Altrove ha la forma di un’antenna? Ripartiremo da antenne puntate sui cittadini e da un’azione politica diversa. Siamo nati come irregolari che sognavano di cambiare il sistema".

Solo pochi giorni fa il giudizio dell'ex comico su Conte sembrava giunto ai minimi storici. Il Garante del M5s aveva sottolineato infatti come Berlusconi avesse preso da morto più voti dello stesso "avvocato del popolo". "Ho incontrato Conte, mi ha ha fatto un po’ tenerezza", aveva detto durante uno spettacolo a Fiesole. Il co-fondatore del M5s aveva anche sottolineato che "non è più il momento di gridare, è l’epoca di Conte, è una persona moderata. Il Movimento che abbiamo fatto forse non c’è più, dicono che forse siamo vaporizzati, forse è la parola giusta". E ancora: "Deve capire che io sono essenziale e non so come andrà a fine con lui…", aveva detto scherzando, riferendosi a Conte. Il leader del M5s, in un'intervista al Fatto Quotidiano, ha detto poi di voler restare alla guida dei pentastellati, e di non aver intenzione di lasciare, pur assumendosi la responsabilità della batosta elettorale.

"Sono d’accordo con tutte le cose che dice" Conte, ha scritto ancora Grillo nel blog, "che poi sono tre. D'altra parte come si fa a non essere d’accordo sul fatto che la guerra, la povertà e le malattie siano cose brutte?".

"Semmai – ha spiegato – vorrei aggiungerci qualche cosa bella, come il voto dei cittadini europei alle elezioni politiche nei paesi di residenza e non di cittadinanza, prodotti il cui prezzo incorpori costo sociale di produzione e trasporto, piattaforme di democrazia diretta e di cittadinanza attiva. Tutte cose di cui parlavamo regolarmente con Casaleggio e altri".

"Mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni. Sono proprio questi incontri che ci hanno portato a diventare la prima forza politica del paese", ha aggiunto il Garante.

Riguardo ai temi oggetto degli incontri, ha detto: "Mi pare che i temi fondativi del movimento siano ancora validi. Alcuni, come la transizione ecologica e digitale, sono diventati i temi principali dell’agenda politica europea e italiana. Dunque non si può dire che non ci avessimo azzeccato. Altri, come la democrazia diretta e la politica come servizio e non professione, come peraltro è in Svizzera, e non solo, restano da realizzare. Altri ancora sono emersi negli ultimi tempi: da un maggior controllo dei cittadini sui dati che li riguardano, a riforme istituzionali che garantiscano stabilità e al tempo stesso autonomia dei territori".

Grillo vuole mantenere la regola del limite dei due mandati

Per quanto riguarda la regola del doppio mandato, "È comprensibile che chi oggi si trova al secondo mandato vorrebbe eliminarla. D'altronde l'istinto di sopravvivenza proviene dalla nostra natura animale, ed è insopprimibile. Ma lo scopo di ogni regola, in fondo, è di arginare i nostri istinti animali nell'interesse comune. Il limite alla durata dei mandati è non solo un principio fondativo del movimento, ma è anche un presidio di democrazia fin dai tempi dell'antica Atene. Come ho detto più volte, dovrebbe diventare una legge costituzionale, quantomeno per le cariche più importanti", si legge ancora nell'autointervista di Grillo.

"Ma non c’è il rischio che così si disperdano competenze acquisite nel corso degli anni?", è la domanda che si pone Grillo. Ecco la risposta: "Infatti avevo proposto un’idea di ‘staffetta' in cui gli ‘uscenti' avrebbero percepito un compenso finanziato dagli “entranti” per assicurare il passaggio di consegne e trasferir loro le competenze acquisite. Senza contare che il parlamento dovrebbe innanzitutto interpretare la volontà dei cittadini, che è molto più difficile intercettare quando i parlamentari si rinchiudono nel palazzo per anni. Per tradurre la volontà dei cittadini in legge ci vorrebbero semmai uffici legislativi con professionisti bravi e competenti e non cortigiani senza arte né parte. Il lavoro di un parlamentare dovrebbe essere un altro, vale a dire captare e comprendere le esigenze dei cittadini per tradurle in indirizzo politico, che a sua volta dovrebbe essere tradotto in legge da uffici legislativi capaci e competenti. Tant’è vero che avevamo proposto di cambiare il titolo dei parlamentari da onorevoli a cittadini portavoce".

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