Grillo: “Primarie PD? Antistoriche e feticiste. Meglio il voto online”
Nel giorno in cui il Partito Democratico chiama a raccolta i suoi militanti per le primarie per la scelta del nuovo segretario, Beppe Grillo torna a scrivere sul suo blog. L’argomento è proprio quello del voto online, o meglio, “la polemica sul voto online”, che investe da tempo il MoVimento 5 Stelle, accusato di non favorire una partecipazione al voto massiccia e trasparente dei propri iscritti e simpatizzanti.
Per Grillo si tratta di una “polemica insensata”, dal momento in cui non ci sono motivi per giudicare la “democrazia del clic” inferiore alla “democrazia delle schede di carta”. Anzi, se c’è un rapporto, è squilibrato in favore della prima “modalità”, che sembra aderire meglio alle esigenze delle persone:
Per dare un minimo di senso alle loro primarie a pagamento le mettono a paragone con il MoVimento 5 Stelle. Renzi si scaglia contro quelli che decidono "tutto con un clic", Giachetti esalta le code ai seggi per votare contro i clic, Zanda parla a vanvera di "dittatura dei clic". Non spiegano però perché il voto al seggio sarebbe meglio del voto online ovunque tu sia tramite smartphone o pc. C'è una superiorità nell'atto di chi è costretto a uscire di casa, recarsi a un seggio, mettersi in coda, chiudersi in una cabina elettorale, fare una croce con una matita e infilare una scheda in una scatola rispetto a chi lo fa da un cellulare in qualsiasi posto si trovi?
Nella lettura di Grillo, “l’atto democratico non è quello finale del voto, ma il processo informativo che porta a essere consapevoli del voto che viene dato”, dunque “cagliarsi contro la "democrazia dei clic" è come protestare contro il "bonifico dei clic" e rimpiangere i tempi in cui dovevi fare la fila in banca per pagare l'affitto o mandare soldi ai tuoi figli, o come prendersela con l'e-commerce perché andare fisicamente in un negozio sarebbe meglio per fare un acquisto”.
Il finale è tranchant:
Hanno la stessa lungimiranza di quelli che si opponevano ai treni e alle automobili perché riuscivano a pensare solo a cavalli più veloci. Non possiamo lasciare il nostro futuro nelle mani di questa gente che ha lo sguardo sempre rivolto al passato. La difficoltà non è recepire le idee nuove, la difficoltà è abbandonare quelle vecchie.