video suggerito
video suggerito

Grillo: “Letta colpisce le piccole imprese pur di non tagliare gli sprechi”

Il capo politico del Movimento 5 Stelle torna ad attaccare i provvedimenti del Governo Letta e ricorda: “La crisi delle piccole e medie imprese sta facendo crollare il gettito fiscale”.
A cura di Redazione
222 CONDIVISIONI
Immagine

L'aumento sugli acconti Irpef, Irap ed Ires, contenuto nel provvedimento del Consiglio dei ministri per scongiurare l'aumento dell'Iva a luglio, era destinato a far discutere, proprio perché interessa una platea, quella delle piccole e medie imprese, già duramente provata dalla crisi economica. Così, dopo lo scivolone sul decreto lavoro, torna a scrivere un durissimo post nel merito del provvedimento anche Beppe Grillo, che sul suo blog chiama in causa direttamente il Presidente del Consiglio. Letta, secondo il capo politico del Movimento 5 Stelle, avrebbe messo nero su bianco un altro provvedimento contro le Pmi, per giunta dimenticando che "la crisi delle piccole e medie imprese sta facendo crollare il gettito fiscale, che necessita di circa 800 miliardi all'anno, su cui si regge l'Italia". Il tutto pur di non tagliare costi inutili e sprechi.

Ecco come articola il ragionamento Grillo:

Un'estate ero al mare quando avvertii delle mani poderose, implacabili, sulle mie spalle. Qualcuno mi spinse sott'acqua. Cercai di divincolarmi per uno, due minuti, senza riuscirci. Dopo molti inutili tentativi, preso dall'angoscia, stavo per rassegnarmi alla mia sorte ma, per incanto, chi mi voleva morto lasciò la presa. Riemerso lo vidi. Non lo conoscevo. Rideva, ma guardandomi cambiò espressione. "Scusa – mi disse – era uno scherzo, pensavo fossi il mio amico Alberto". Capitan Findus Letta è così. Quando vede una piccola media impresa la affoga, ma per scherzo, come si fa tra amici. Il problema è che lo scherzo non gli riesce mai e l'impresa muore per mancanza d'aria. L'ultima stangata del Nipote dello Zio che annegherebbe un elefante è l'anticipo di 2,6 miliardi di euro per l'aumento degli acconti di fine anno. Sale dal 99 al 100% l'acconto dell'Irpef, dal 100 al 101% quello dell'Ires e dal 100 al 110% quello dell'Irap. Una raffinata tortura dell'acqua, un waterboarding, una forma di annegamento controllato su misura per le imprese. Il problema delle PMI è la cassa, la liquidità, l'argent, i danèe. Le banche non fanno credito impegnate come sono a comprare titoli di Stato italiani. Lo Stato non rimborsa i crediti delle aziende arrivati a circa 130 miliardi. I clienti dilatano i tempi di pagamento a 120, 180 giorni, quando va bene, perché, quando va male, i clienti falliscono e il credito diventa di fatto inesigibile. Il governo però ha assoluto bisogno di soldi per rimandare l'Iva e l'Imu a data da destinarsi. Cosa di meglio allora di un salasso alle imprese invece di tagliare costi inutili? La crisi delle piccole e medie imprese sta facendo crollare il gettito fiscale, che necessita di circa 800 miliardi all'anno, su cui si regge l'Italia. Cosa vuoi di più dalla vita e da Capitan Findus? Una spinta sott'acqua?

222 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views