Grillo lancia la marcia per il reddito di cittadinanza: “Dobbiamo diventare un Paese civile”
Partirà alle 12 di sabato 9 maggio la marcia Perugia – Assisi per il reddito di cittadinanza, iniziativa che concluderà la mobilitazione del Movimento 5 Stelle avviata da settimane sul tema del contrasto alla povertà. La proposta, del resto, è in campo da tempo: garantire ai cittadini un reddito annuo netto pari a 9360 euro, dunque con un assegno mensile di 780 euro o di una cifra integrativa, nel caso in cui il beneficiario (quale unico componente di nucleo familiare) abbia già un reddito. A beneficiare della misura sarebbero “tutti i cittadini italiani che percepiscono un reddito netto annuo inferiore ai 9360 euro netti e tutti i cittadini stranieri provenienti da Paesi che hanno sottoscritto accordi sulla reciprocità del sostegno previdenziale”, con i beneficiari che avrebbero l’obbligo di fornire “immediata disponibilità al lavoro”, sottoporsi ad un colloquio di orientamento e intraprendere “il percorso di accompagnamento all’inserimento lavorativo”.
Oggi, con un nuovo post sul blog che riprende l’iniziativa del gruppo grillino a Strasburgo, Beppe Grillo è tornato a parlare della proposta, ribadendo che le coperture sono state già individuate dal gruppo di lavoro parlamentare e che dunque basterebbe la volontà politica del Governo per far diventare l’Italia un paese civile e metterla al pari delle altre realtà europee. Ecco il ragionamento di Grillo:
"Hanno detto che non si può fare, che non ci sono i soldi, che è un regalo per i fannulloni. Eppure basterebbe fare il giro delle capitali europee per dimostrare che dicono il falso.
Il reddito di cittadinanza c'è in 26 Paesi europei su 28 (ovunque tranne in Italia e Grecia), persino in quegli Stati che hanno un Pil dieci volte più piccolo dell'Italia.
Studiando leggi, articoli e commi si scopre che, per esempio, in Spagna il reddito di cittadinanza è stato inserito nel 2008, in piena crisi economica, e prevede un assegno di 532 euro al mese per chi ha un reddito inferiore ai 5 mila euro annui. Per una famiglia olandese questo assegno arriva a 1.400 euro al mese. In Irlanda e Romania il sussidio è a tempo indeterminato, fino a quando cioè non si trova un lavoro. In Estonia la legge impone al Parlamento nazionale di adeguare tutti gli anni questo sussidio al costo della vita. In Finlandia il bonus raddoppia per le famiglie. In Lituania oltre all'assegno, lo Stato rimborsa anche le spese per il riscaldamento. In Francia chi lo contrae deve sottoscrivere un patto d'onore e cooperare con i servizi sociali. In Danimarca il reddito di cittadinanza è esteso anche agli under 30 che vivono con i loro genitori. In tutti i Paesi chi fa il furbetto, dichiara il falso o lavora in nero viene severamente punito.
In Europa i contenuti delle leggi sono diversi, i requisiti e la durata variano da Paese a Paese, ma il minimo comune denominatore è uno e si chiama reddito di cittadinanza.
La crisi economica ha creato un oceano di disperazione. In Italia con i Tremonti e Monti bond la politica ha salvato le banche, regalando ai finanzieri scudi contro le armi che loro stessi avevano creato. I cittadini sono stati lasciati soli.
In Europa gli esodati non esistono perché avrebbero il reddito di cittadinanza.
In Europa i padri separati non dormono nelle automobili perché avrebbero il reddito di cittadinanza.
In Europa i bamboccioni non esistono perché, grazie al reddito di cittadinanza, possono fare la spesa senza la paghetta della mamma.
In Europa i disoccupati non si suicidano, perché dopo il sussidio di disoccupazione c'è il reddito di cittadinanza.
I laureati mandano migliaia di curriculum per trovare il loro primo impiego? Nell'attesa di una risposta in Europa hanno il reddito di cittadinanza.
L'ITALIA E' FUORI DALL'EUROPA!