Grillo: “Il nemico del M5s è chi fa soldi dai soldi senza controllo morale e di stato”
La chiosa è di quelle destinate a far discutere: “Non è più tempo di manifestazioni in piazza a carattere provocatorio, facili a sfogare nella violenza, è diventato il tempo di disegnare il nostro futuro, per questo siamo qui”. Ma il lungo post con il quale Beppe Grillo torna a scrivere sul suo blog è una sorta di ritorno alle origini per il capo politico del MoVimento 5 Stelle: un’analisi “di scenario”, che parte dalla propria esperienza personale. Grillo, infatti, parte dal racconto del modo in cui ha vissuto i giorni del G8 di Genova, quando consigliava a tutti di “stare alla larga dal G8, sarebbe stato pericoloso, ed è stato inutilmente terribile”.
Nella lettura di Grillo in quei giorni a Genova andò in scena un grande gioco delle parti:
C’erano i cittadini in ogni ruolo, dalla persona consapevole del fatto che il mondo era in mano alla finanza sino agli uomini neri che picchiano tutti. C’erano tutte le forze di polizia e c’era un governo succube del potere finanziario che, come tutti i deboli con un posto di responsabilità, prese ad avere atteggiamenti fascistoidi (oggi, rimborsando 6 persone con una mancetta, il governo ha preteso l’oblio ed il perdono). C’erano le persone che facevano difficoltà a capire il senso dell’antagonismo nei confronti della globalizzazione e, soprattutto, c’era la rappresentazione di come sarebbe diventato il mondo da li a breve. Si inscenò tragicamente il futuro: una città compartimentata come se non fosse più di tutti i cittadini: zone rosse e tantissime zone grigie. C’era la ricerca dello scontro a tutti i costi e le decisioni fondate sui pretesti che oggi appaiono le uniche possibili.
Il G8 è stato “l’ultimo fenomeno spontaneo di massa” è ha sostanzialmente“ previsto il futuro odierno, in cui “un mucchio di persone hanno agito come se stessero già vivendo nell’oggi ma all’improvviso, senza i graduali passaggi che ci hanno portato qui oggi”. La lettura di Grillo è però molto critica, dal momento che “Genova si riempì di pretesti per tutto, per la violenza, per continuare così con la legittimazione degli uomini neri che compaiono, fanno male, e poi scompaiono”. E da quella “macchina del tempo” si è ora determinata la realtà dei fatti, spiega in chiusura, rilanciando la missione del MoVimento:
Adesso che il mondo è un grande G8 di Genova, pieno di “sicurezza da mantenere” contro uomini neri mai individuati, io penso: non interessa la responsabilità di quei fatti se pensiamo al destino del mondo, la responsabilità personale è il compito dei magistrati. Il nostro compito è ottenere che non succedano più fenomeni del genere, incidendo sul comportamento della finanza che depreda l’anima. Per questo i banchieri e le grandi aziende di investimento sono irritate con noi: pensavano che ci fossimo messi in piazza a dire una qualche versione del “si vergogni”.
Da allora siamo entrati nelle istituzioni ed abbiamo cominciato a lavorare per correggere l’orrenda concezione di società dei nostri nemici naturali: chi fa soldi dai soldi senza controllo morale e di stato.
Non è più tempo di manifestazioni in piazza a carattere provocatorio, facili a sfogare nella violenza, è diventato il tempo di disegnare il nostro futuro, per questo siamo qui.