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Grillo: “Giornalisti pennivendoli e servi, contro il M5S tattiche diffamatorie”

Il capo politico del Movimento 5 Stelle chiede un intervento normativo: “È opportuno che la legge si occupi di questa malformazione congenita del giornalismo italiano che ha trasformato l’Italia in un Paese semilibero per l’informazione”.
A cura di Redazione
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Alla vigilia dell'incontro fra la delegazione del Movimento 5 Stelle ed il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e nel pieno delle polemiche sulla questione della reintroduzione dell'immunità parlamentare per i senatori, Beppe Grillo sceglie di entrare ancora una volta a gamba tesa sull'intero sistema dell'informazione. Lo fa con un durissimo post sul suo blog, nel quale si scagli contro "i pennivendoli, coloro che si vendono per scrivere e che non si guardano allo specchio per non sputarsi in faccia", i quali hanno adottato una "tattica diffamatoria" nei confronti del Movimento 5 Stelle. Stando alle valutazioni del capo politico del Movimento 5 Stelle, si tratta della sistematica pubblicazione di notizie false, nascosta dietro la presunta tutela delle fonti.

Un sistema che "sta andando troppo oltre" e il capo politico del Movimento 5 Stelle non esita ad invocare un intervento legislativo:

Dopo le elezioni i pennivendoli, coloro che si vendono per scrivere e che non si guardano allo specchio per non sputarsi in faccia, hanno adottato nei confronti dell'informazione sul M5S una tattica diffamatoria che per brevità si cita come "le fonti". Notizie totalmente inventate vengono attribuite a fantomatiche "fonti", fonti rafforzate nell'articolo con aggettivi come fonti importanti, di persone influenti, autorevoli, vicine ai fondatori del M5S. Le fonti non vengono mai svelate per motivi legati al segreto professionale. "Non dirò mai nulla sulle mie fonti neanche sotto tortura" dirà il pennivendolo di turno messo alle strette, "Io sono un giornalista, una giornalista, serio/a, non rivelo le mie fonti". Peccato che le notizie pubblicate siano regolarmente false e non basterebbe un altro blog per smentirle ogni giorno e dieci studi di avvocati non sarebbero sufficienti per querelare i pennivendoli/e di turno. Il giochino sta andando troppo oltre. Notizia falsa da fonti false. E' opportuno che la legge si occupi di questa malformazione congenita del giornalismo italiano che, grazie ai suoi favolosi pennivendoli, ha trasformato l'Italia in un Paese semilibero per l'informazione. La colpa come ovvio non è loro, sarà dei lettori che si ostinano a comprare i giornali… Le fonti non possono essere coperte, vanno citate nell'articolo o, in caso contrario, va fatto scattare in automatico il reato di diffamazione. Le fonti a cui si abbeverano gli inchiostratori italici sono fantasie dettate dalla loro linea politica e dai loro padroni. I servi hanno le fonti, i giornalisti i fatti. In italia ci sono le fonti separate dai fatti.

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