Grillo dice di non essere responsabile di ciò che scrive sul suo blog, su Twitter e su Facebook
Circa un anno fa, ai tempi dell'inchiesta Grillo non è responsabile di ciò che scrive sul blog, su Twitter e su Facebook, che coinvolse, da non indagata, l'allora ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi costretta alle dimissioni, sul Blog e sugli account social di Beppe Grillo apparve un post ritenuto diffamatorio dal Partito Democratico: "La Guidi chiese l'avvallo della Boschi che – per blindarlo e assicurarsi che tutto andasse come doveva – inserì l’emendamento incriminato nel testo del maximendamento su cui poi, con il consenso del Bomba, pose la questione di fiducia. Un meccanismo perfetto ai danni dei cittadini. Tutti collusi. Tutti complici. Con le mani sporche di petrolio e denaro". Il Pd decise di procedere con una querela per diffamazione nei confronti del supposto titolare del sito e dei profili Twitter e Facebook, ma nella serata di ieri è intervenuta una sorpresa: il Blog di Beppe Grillo e gli account social del presidente del Movimento 5 Stelle non sono di Beppe Grillo.
La notizia è contenuta nella memoria difensiva presentata dal legale del comico, diffusa sui social nel corso della serata del 14 marzo dal tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi. Nel testo si legge che il signor Giuseppe Grillo "non è responsabile, quindi non è autore, né gestore, né moderatore, né direttore né titolare del dominio, del blog né degli account twitter, né dei tweet e Facebook, non ha alcun potere di direzione e controllo sul blog né sugli account twitter e su ciò che viene postato”. Insomma, il Blog di Beppe Grillo e gli account social, verificati, presenti su Twitter e Facebook non sarebbero né di proprietà né sotto la responsabilità del comico genovese.
"Un noto comico, che ha costruito la propria fama sopratutto con il suo Blog, i suoi profili Facebook e Twitter, un bel giorno decide di dire a 400.000 iscritti e diversi milioni di elettori del PD: ‘Tutti collusi. Tutti complici. Con le mani sporche di petrolio e denaro'. Trattandosi di un comico ho cercato di leggere tra le pieghe del messaggio la battuta ma – ahimè – ho trovato solo offese. Quindi ho cercato di tutelare la nostra immagine, non tanto per me quanto per la comunità che rappresento, attraverso un'azione legale. Dicono che loro sono per la legalità? Bene, lo dimostrino: si lascino processare. Poi il comico ha anche una certa esperienza di tribunali. E qui un nuovo equivoco: leggendo la memoria difensiva con cui il comico rispondeva alla denuncia, ho creduto di essere di fronte al copione del suo nuovo spettacolo ma il mio avvocato ha confermato: ‘è la sua memoria difensiva'. E lo volete sapere cosa dice il comico? Che il comico "non è responsabile, né gestore, né moderatore, né direttore, né provider, né titolare del dominio, del Blog, né degli account Twitter, né dei Tweet e non ha alcun potere di direzione né di controllo sul Blog, né sugli account Twitter, né sui tweet e tanto meno su ciò che ivi viene postato." Cioè scrive insulti e poi finge di non sapere chi è stato? Una sola parola: vergognati, caro Beppe Grillo. La tua difesa è ridicola, se vuoi parlare a milioni di persone abbine rispetto e assumiti la responsabilità delle cose che dici e scrivi di fronte a loro e di fronte alla legge. Noi andremo fino in fondo", si legge nel post pubblicato da Bonifazi su Facebook.
Grillo replica: "Il blog è una comunità di lettori"
Replicando alle osservazioni del Partito Democratico, questa mattina Beppe Grillo ha pubblicato un post spiegando per quale motivo non sarebbe responsabile di ciò che viene pubblicato sul suo sito web: "Il Blog beppegrillo.it è una comunità online di lettori, scrittori e attivisti a cui io ho dato vita e che ospita sia i miei interventi sia quelli di altre persone che gratuitamente offrono contributi per il Blog. Il pezzo oggetto della querela del Pd era un post non firmato, perciò non direttamente riconducibile al sottoscritto. I post di cui io sono direttamente responsabile sono quelli, come questo, che riportano la mia firma in calce. Nessuno scandalo, nessuna novità. Se non il rosicamento del Pd per aver per il momento perso la causa, cosa che Bonifazi ha scordato di dire. Nessuna diffamazione. Nessun insulto. Semplice informazione libera in rete. Malox?".