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Gregoretti, Salvini non chiamerà Conte a processo: “Non deve essere processato perché non c’è reato”

Secondo Matteo Salvini basterebbe “una sola parola pronunciata da Conte a spiegare che cosa è successo” nella vicenda Gregoretti. E spiega: “Fu il premier a dire “i migranti prima li ricollochiamo, poi autorizziamo lo sbarco”. Aveva detto che gestiva tutto lui”. L’ex ministro dell’Interno, a pochi giorni dall’inizio del processo a Catania, però chiarisce: “Non dico che deve essere processato pure Conte, perché non c’è reato. Ci sono norme precise per mettere in salvo i naufraghi e nessuno di noi li lasciò in balia delle onde”.
A cura di Annalisa Girardi
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Si avvicina l'udienza del 3 ottobre a Catania per l'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Che però non si dice preoccupato. E, in un'intervista con Il Tempo, afferma che basti "una sola parola pronunciata da Conte a spiegare che cosa è successo. È la parola "poi". Fu il premier a dire "i migranti prima li ricollochiamo, poi autorizziamo lo sbarco". È Conte ad aver detto che gestiva tutto lui". Il leader della Lega, tuttavia, assicura che non si tratti di una chiamata di correità verso il presidente del Consiglio: "Non dico che deve essere processato pure Conte, perché non c'è reato. Ci sono norme precise per mettere in salvo i naufraghi e nessuno di noi li lasciò in balia delle onde".

Salvini afferma anche di aver riletto le 50 pagine della memoria difensiva e di aver deciso di pubblicarle online, "perché tutti sappiano". E aggiunge: "Semmai, rileggendo le intercettazioni di Luca Palamara posso solo augurarmi che non ce ne siano altri". Però assicura: "Non ce l'ho con la categoria dei magistrati. La stessa Procura di Catania ha chiesto la mia archiviazione. Il processo lo vuole la politica: è stato il Parlamento ad aver imposto questa scelta, io ho solo fatto il mio dovere". Sull'esito del processo Salvini dice: "Penso che tutto finirà nel nulla, magari proprio sabato davanti al giudice dell'udienza preliminare".

Nella memoria difensiva pubblicata da Salvini, il senatore sottolineava che non si potesse parlare di sequestro di persona o di privazione della liberà personale per la vicenda della Gregoretti. Infatti, aggiungeva l'ex ministro, i migranti sarebbero rimasti a bordo della nave "solo il tempo necessario per concordare con altri Paesi europei il loro trasferimento". Inoltre, sempre a quanto riportato dalla memoria difensiva, sulla nave ci sarebbero stati anche "due scafisti", fermati subito dopo lo sbarco.

L'ex ministro dell'Interno non tornerebbe indietro: "Rifarei tutto quel che ho fatto. Alla fine di quei soli quattro giorni quelle persone – che stavano su una nave militare italiana – sono state nutrite, curate e inviate alle altre nazioni disponibili a farsene carico". Sulla mobilitazione fatta nei giorni scorsi: "A Catania sarà la festa della libertà e nessuno contesterà i magistrati. Abbiamo previsto tre giorni di dibattiti su vari temi, diventerà la città delle libertà dei cittadini, delle imprese, del lavoro. Sabato sarò io ad andare in tribunale, chi vorrà stare nei pressi lo farà in maniera assolutamente pacifica".

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