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Green pass sul lavoro, Landini: “Non siamo contrari per principio, ma nessun licenziamento”

Il segretario generale della Cgil torna sul green pass obbligatorio sul posto di lavoro, di cui starebbe discutendo il governo in queste settimane. “Nessuna contrarietà di principio, noi siamo per garantire i migliori standard di sicurezza nelle imprese – ha spiegato al Corriere – Ma qui si sta parlando di rendere obbligatorio un trattamento sanitario, è qualcosa che si può decidere solo per legge”. E soprattutto bisogna assolutamente evitare “licenziamenti e demansionamenti”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il green pass obbligatorio fa discutere, in tutte le sue forme. È scoppiata la polemica dopo la decisione del governo di introdurre la certificazione verde per entrare al ristorante, al cinema, a teatro, in palestra e in piscina e in molte altre attività a partire dal 6 agosto. Così come si discute sull'ipotesi di utilizzarla per i mezzi di trasporto, ma anche nelle scuole e sul posto di lavoro. Su quest'ultimo punto da giorni stanno intervenendo i sindacati e, dopo il segretario generale della Uil Bombardieri intervistato da Fanpage.it, anche Maurizio Landini ha spiegato la linea sulla possibile introduzione del green pass obbligatorio per i lavoratori.

Il segretario generale della Cgil, intervistato dal Corriere, ha spiegato che non c'è nessuna "contrarietà di principio" da parte del sindacato. "Noi abbiamo scioperato per avere i protocolli di sicurezza in azienda – ha sottolineato Landini – Siamo a favore del fatto che le persone si vaccinino e come sindacato stiamo raccomandando ai lavoratori di farlo. Siamo per garantire i migliori standard di sicurezza nelle imprese". Ma attenzione: "Non è possibile pensare a licenziamenti o demansionamenti" se "eventualmente un dipendente sceglie di non vaccinarsi". La linea dei sindacati è chiara: se il governo vuole imporre il vaccino per tutti lo faccia con una legge. "Qui si sta parlando di rendere obbligatorio un trattamento sanitario, è qualcosa che si può decidere solo per legge – ha sottolineato ancora Landini – Se il governo valuta che sia necessario, può varare una norma", come "è già successo nel settore sanitario".

In ogni caso, però, la proposta di Confindustria di sospendere gli stipendi a chi si rifiuta di vaccinarsi è da bocciare: "Inaccettabile, non se ne parla neanche – ha messo in chiaro il segretario generale della Cgil – Né di questo, né di demansionamenti". In ogni caso "un provvedimento obbligatorio ha bisogno di una legge – ha insistito Landini – La responsabilità è del governo e non può scaricata su accordo fra le parti sociali". Anche Landini, come Bombardieri, ha messo in guardia su un punto in particolare: "È importante ricordarsi che il green pass di per sé non risolve tutti i problemi, non può diventare il pretesto per smantellare le norme di sicurezza, dal distanziamento alla sanificazione". Insomma, le misure di sicurezza concordate nei protocolli restano, con o senza green pass.

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