Green Pass per negozi e parrucchieri, quando scatta l’obbligo e per quali attività: le regole
Il 10 gennaio sono entrate in vigore le nuove norme anti Covid che hanno esteso il Super Green Pass a una serie di luoghi e attività: nei prossimi giorni, però, le regole cambieranno ancora, e la Certificazione Covid base diventerà obbligatoria anche per i servizi alla persona, gli uffici pubblici, alle Poste, in banca e nei negozi, dove finora non era richiesta. Le novità arriveranno tra il 20 gennaio e il 1° febbraio: vediamo quindi cosa prevede il calendario delle misure anti contagio per i prossimi giorni e da quando sarà necessario il Green Pass per andare dal parrucchiere o per entrare in un negozio.
Da quando servirà il Green Pass per parrucchieri, estetiste e barbieri
Le regole sul Green Pass cambieranno il prossimo 20 gennaio, quando la Certificazione Covid base diventerà obbligatoria per accedere ai cosiddetti servizi alla persona, quindi parrucchieri, barbieri ed estetisti. Fino a questo momento il Green Pass non era richiesto ai clienti: era invece obbligatorio per dipendenti, gestori e professionisti, ossia per tutti i lavoratori impiegati in queste attività. Il Green Pass base, lo ricordiamo, è quello che può essere ottenuto anche con un tampone (antigenico o molecolare) risultato ovviamente negativo.
Green pass obbligatorio nei negozi, da quando e per quali attività
Infine, dal 1° febbraio, il Green Pass diventerà obbligatorio per accedere agli uffici pubblici e alle attività commerciali, ad esclusione di quelle considerate essenziali. In tutti gli uffici pubblici (come Inps e Inail), in banca, presso i servizi finanziari e alle Poste, quindi, bisognerà esibire il Green Pass per entrare. Questo servirà anche nei negozi e nei centro commerciali, fino ad oggi non toccati dalle regole anti contagio se non per la basilari norme di sicurezza (come il distanziamento e le mascherine) e le chiusure in zona rossa e arancione. Dal 1° febbraio, però, la Certificazione Covid diventa obbligatoria anche per accedere alle attività commerciali (pena una multa che va dai 400 ai 1.000 euro), tranne quelle essenziali. Queste sono quelle che vendono bene primari, come gli alimentari o le farmacie.