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Green pass, per il Garante della Privacy anche gestori dei bar possono chiedere documento d’identità

Il Garante nazionale della Privacy ha risposto al quesito sollevato dalla Regione Piemonte sull’utilizzo del green pass nei locali: anche gli esercenti di ristoranti e bar possono verificare l’identità dei loro avventori chiedendo di esibire il green pass dove richiesto. L’Autorità ha dato quindi torto alla Regione Piemonte.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dallo scorso 6 agosto per consumare nei locali al chiuso è necessario essere in possesso del green pass, la certificazione che attesta la vaccinazione, la guarigione dal Covid o un tampone negativo effettuato nelle ultime 48 ore.

La Regione Piemonte aveva scritto qualche giorno fa al Garante Nazionale della Privacy "per avere conferma che agli esercenti privati non possano, e non debbano, essere attribuite funzioni tipiche dei pubblici ufficiali". Secondo l'assessore regionale agli Affari legali Maurizio Marrone le preoccupazioni dei gestori dei locali erano legittime: "Hanno ragione le associazioni di commercianti ed esercenti quando affermano che un ristoratore non ha alcun obbligo e titolarità di identificare i propri clienti esigendo l'esibizione dei documenti di identità, quantomeno nell'ordinamento giuridico italiano", aveva detto.

È arrivata oggi la risposta del Garante della Privacy che ha dato torto alla Regione Piemonte, spigando che anche gli esercenti di ristoranti e bar possono verificare l'identità dei loro avventori chiedendo di esibire il green pass dove richiesto. "Il Garante per la protezione dei dati personali – si legge nella nota – si è riunito in seduta straordinaria per esaminare il tema della protezione dati connesso alle recenti disposizioni in materia di green pass e certificazioni verdi riguardanti lo svolgimento dell'attività scolastica e per rispondere ad un quesito rivolto all'Autorità dalla Regione Piemonte sull'attività di verifica e di identificazione da parte degli esercenti di ristoranti e bar".

Su questo punto "il Collegio ha specificato che le figure autorizzate alla verifica dell'identità personale sono quelle indicate nell'articolo 13 del d.P.C.M. 17 giugno 2021 con le modalità in esso indicate, salvo ulteriori modifiche che dovessero sopravvenire". Ciò significa che anche i titolari di pubblici esercizi possono verificare anche l'identità: sono previsti infatti "oltre alla regolamentazione degli specifici canali digitali funzionali alla lettura della certificazione verde – anche gli obblighi di verifica dell'identità del titolare della stessa, con le modalità e alle condizioni di cui all'art. 13, c.4, del citato dPCM. Tra le garanzie previste da tale decreto è, del resto, compresa anche l'esclusione della raccolta, da parte dei soggetti verificatori, dei dati dell'intestatario della certificazione, in qualunque forma".

Per questo "è consentito il trattamento dei dati personali consistente nella verifica, da parte dei soggetti di cui all'art. 13, c.2, dell'identità dell'intestatario della certificazione verde, mediante richiesta di esibizione di un documento di identità".

Tra i soggetti elencati dal citato articolo ci sono: i pubblici ufficiali nell'esercizio delle relative funzioni; il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo; i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi; il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività; i vettori aerei, marittimi e terrestri; i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie.

La ministra Lamorgese ieri aveva detto però che ai gestori dei locali spetta soltanto il controllo del pass, sottolineando che questi non potranno chiedere la carta d'identità ai propri clienti, promettendo poi "controlli a campione" da parte della polizia amministrativa. I titolari avranno l'obbligo invece di richiedere sempre la certificazione verde. "Non si può pensare – ha detto ieri la ministra dell'Interno – che l'attività di controllo venga svolta dalle forze di polizia. Significherebbe distoglierle dal loro compito prioritario che è garantire la sicurezza. Al riguardo è in via di preparazione una circolare".

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