Green Pass obbligatorio sul lavoro, Salvini: “Ha senso solo se a contatto con il pubblico”
Il Green Pass "ha senso per chi è a contatto con il pubblico", ma "se uno è chiuso nel suo ufficio, che senso ha?". A dirlo è il leader della Lega, Matteo Salvini, ospite a Radio Anch'io su Rai Radio1, tornando a parlare della possibilità che la Certificazione Covid diventi obbligatoria per tutti i dipendenti pubblici. Eventualità che potrebbe diventare realtà molto presto: il governo potrebbe infatti prendere una decisione già domani ed estendere la misura nei luoghi di lavoro, anche quelli privati. Salvini si è sempre mostrato critico verso l'introduzione dell'obbligo, nonostante l'apertura del ministro del Carroccio, Giancarlo Giorgetti, e di diversi governatori del suo partito. Oggi ha tagliato corto: "Aspetto la proposta del governo, non quella dei giornali: chi, come, dove, con quali strategie, se c'è possibilità di avere tamponi a prezzi calmierati".
Ma ha aggiunto: "Nelle Rsa devi tutelare i soggetti fragili, ma penso ad altri settori del lavoro… Sarebbe complicato tenere fuori dalle volanti o dalle autopompe poliziotti o Vigili del Fuoco. Occorre buon senso, aspettiamo la proposta". E ancora: "Qua c'è di mezzo salute e lavoro degli italiani, occorre equilibrio. Stamattina mamme non vaccinate non possono portare i bambini al nido. Usiamo equilibrio. Non ci sto alle tifoserie del no, del sì, del forse".
Non solo vaccini e Green Pass. Salvini è anche tornato a parlare della maggioranza di governo, attaccando la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese. Sulla possibilità di sfiduciare la titolare del Viminale, che oggi sarà in Parlamento per un'informativa sul rave party di Viterbo, ha detto: "Aspetto di sentire cosa dice. Se vuole cominciare a fare il ministro dell'Interno ci dia tempi, modi, modalità operative. Se invece continua nel silenzio e nell'assenza potrebbe farsi da parte e lasciare fare il ministro a qualcuno che ha voglia e tempo di farlo".
E infine, sull'aumento del prezzo delle bollette, il leader della Lega ha puntato il dito contro Bruxelles: "È il prezzo della transizione Green imposta a tappe e tasse forzate dall'Unione europea sulla testa delle aziende italiane che sono all'avanguardia".